Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/136

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mentre si suonavano gli strumenti, che le ballerine danzavano, e che la brigata faceva gran chiasso, passò la pattuglia e si fece aprire. Alcuni della compagnia vennero arrestati. Quanto a noi, avemmo la fortuna di fuggire, scavalcando un muro; ma,» aggiunse il visir, «siccome siamo forestieri ed inoltre un po’ alterati dal vino, temiamo d’incontrare un’altra pattuglia, od anche la stessa, prima di arrivare al nostro khan, ch’è lontano di qui. E vi giungeremmo anche inutilmente, essendone ora chiusa la porta, la quale non si riaprirà sino a domattina, checchè succeda. È per tal motivo, signora, che avendo udito, nel passare, il suono degli strumenti e rumori di voci, giudicammo che non fossero ancor andati a letto in casa vostra, e ci prendemmo la libertà di bussare per pregarvi di darci ricovero fino a giorno. Se vi sembriamo degni di partecipare al vostro divertimento, procureremo di contribuirvi per quanto starà in noi onde riparare al disturbo che vi abbiamo recato; in caso diverso, fatene, se non altro, la grazia di permetterci di passare la notte al coperto sotto il vostro atrio.» Durante tale discorso di Giafar, la bella Safia ebbe tempo di esaminare il visir e le due persone che dicevansi anch’esse mercanti, e stimando dalla fisonomia non fossero gente del volgo, disse loro che non essendo ella la padrona, se volessero avere un po’ di sofferenza, tornerebbe colla risposta. Safia andò quindi a fare il suo rapporto alle sorelle, le quali rimasero perplessa alcun tempo sul partito da prendere. Ma essendo d’indole benefica ed avendo già fatta l’istessa grazia ai tre calendari, risolsero di farli entrare.»

Scheherazade accingevasi a continuare la sua novella, ma accortasi ch’era giorno, interruppe il racconto. La qualità de’ nuovi attori dalla sultana introdotti sulla scena eccitando la curiosità di Schahriar,