Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/645

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tizia del giovane e della dama: — Non abbiatene alcun timore,» risposero; «essi sono in luogo di sicurezza, e stanno bene.» E così dicendo, gli mostrarono due gabinetti, assicurandolo che trovavansi colà, ciascuno separatamente. — Ci hanno detto;» soggiunsero, «non esservi se non voi solo, il quale abbiate cognizione di ciò che li risguarda. Appena lo sapemmo, abbiamo usato loro tutti i possibili riguardi per vostra considerazione. Ben lungi dall’averli trattati colla menoma violenza, li abbiamo al contrario ricolmati d’ogni sorta di gentilezze, e niuno di noi avrebbe voluto far loro male alcuno. V’assicuriamo lo stesso per la vostra persona e potete riporre in noi tutta la immaginabile fiducia. —

«Rassicuralo il gioielliere da tale discorso, e lieto che il principe di Persia e Schemselnihar avessero salva la vita, prese il partito di raffermar vie più i ladroni nella loro buona volontà; si dilluse quindi in ringraziamenti, li adulò, e colmolli di mille benedizioni. — Signori,» lor disse, «confesso che non ho l’onore di conoscervi; ma è una grande fortuna per me il non esservi sconosciuto, e non so ringraziarvi abbastanza del bene che questa conoscenza mi ha da parte vostra procurato. Senza parlare d’un atto sì grande d’umanità, ben veggo non esservi se non persone della vostra sorta, che siano capaci di custodire con tal fedeltà un segreto, da non lasciar dubbio che possa venir rivelato; e quando siavi qualunque difficile impresa, basta darne a voi l’incarico, onde vederla condotta a buon fine pel vostro ardire, il coraggio e l’intrepidezza vostra. Fondato su qualità che a sì buon titolo v’appartengono, non avrò alcuna difficoltà a narrarvi la mia storia e quella delle due persone da voi trovate in casa mia, con tutta la fedeltà che da me richiedeste. —

«Prese ch’ebbe il gioielliere queste oratorie pre-