Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/714

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«In capo a quattro mesi, il nostro viaggiatore arrivò a Torf, città marittima, grande e popolata, dove non udì più parlare della principessa Badura, ma bensì del principe Camaralzaman, che dicevasi ammalato, e del quale raccontavasi la storia simile all’incirca a quella della principessa Badura. Marzavan ne provò una gioia da non potersi esprimere; informatosi in qual luogo del mondo fosse quel principe, gli fu questo insegnato.

«Eranvi due strade per recarvisi, una per terra e per mare; l’altra per mare soltanto, ch’era la più breve; scelta questa, Marzavan s’imbarcò sur un legno mercantile che fece felice viaggio fino alla vista della capitale del regno di Schahzaman. Ma prima di entrare in porto, il vascello urto sgraziatamente contro uno scoglio per l’incapacità del pilota; e sfasciatosi, si affondò in vista e poco lontano dal castello dove stava il principe Camaralzaman, ed in cui il re suo padre, Schahzaman, trovavasi allora col suo gran visir.

«Marzavan sapeva nuotare ottimamente; non esitò a gettarsi in mare, e andò ad approdare appiè del castello del re Schahzaman, dove fu ricevuto e soccorso per ordine del gran visir, secondo l’intenzione del re. Gli si diede un abito per cangiarsi, fu trattato bene, e quando s’ebbe riposato, venne condotto dal gran visir, che aveva chiesto di vederlo.

«Siccome Marzavan era un giovane di leggiadre forme e di bell’aspetto, gli fece quel ministro, ricevendolo, buona accoglienza, e concepì grandissima stima della di lui persona per le sue risposte pronte e piene di spirito a tutte le domande che gli andava facendo; inoltre si avvide insensibilmente che possedeva mille belle cognizioni. Tale scoperta lo spinse a dirgli:

«— All’udirvi, comprendo che non siete un uomo comune. Volesse Iddio che ne’ vostri viaggi aveste im-