Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/637

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«I due amici eransi già incamminati, ed entravano nella via mentre Saadi parlava ancora. Saad, vedutomi pel primo da lontano, disse all’amico: — Mi sembra che gridiate vittoria un po’ troppo presto. Veggo là Hassan Alhabbal, ma non iscorgo nella sua persona verun cambiamento. È così mal vestito come quando gli abbiamo parlato la prima volta. La sola differenza che ci vedo è il turbante un po’ meno sucido. Guardate anche voi se non m’inganno. —

«Avvicinandosi, Saadi, il quale aveami pur egli veduto, si accorse che Saad avea ragione, e non sapeva cosa pensare del poco mutamento occorso nella mia persona. Ne rimase anzi tanto maravigliato, che non fu nemmen egli il primo a parlarmi, allorchè mi furono appresso. Saad, salutatomi al modo solito: — Or bene, Hassan,» disse, «non vi domandiamo come vadano i vostri affarucci dacchè non vi abbiamo veduto; essi avranno preso senza dubbio un andamento migliore, e le dugento pezze d’oro devono avervi contribuito.

«— Signori,» risposi, volgendomi a tuttaddue, «sono grandemente mortificato di significarvi che i vostri desiderii, i voti vostri e le vostro speranze, non meno delle mie, non ebbero l’esito che ve ne attendevate, e ch’io medesimo erami ripromesso. Avrete difficoltà a prestar fede all’avventura straordinaria accadutami. Vi assicuro nondimeno, da uomo d’onore, e mi dovete credere, che nulla v’ha di più vero di quanto siete per udire. — «Allora raccontai il mio caso colle medesimo circostanze ch’ebbi l’onore di esporre alla maestà vostra.

«Saadi non volle prestar ascolto al mio discorso. — Hassan,» disse, «voi vi burlate di me, e mi volete ingannare. Quanto mi dite è cosa incredibile. I nibbi