Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/480

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avendo i mezzi di comunicare tra loro, ci vollero privi d’ogni specie di via per mantenerci in relazione cogli esseri viventi della nostra natura; non possiamo allontanarci dalla riva, e n’è impossibile di nulla sapere di ciò che avviene sulla loro; ma senza che esser possa effetto d’alcuna tempesta vicina o lontana, lo stretto di mare che ne separa è da alcuni giorni divenuto più nero; i flutti, senza che vento o corrente li agiti, sollevatisi inegualmente, e noi stimiamo, non potendone però dire la vera cagione, che il passo da qui all’isola Nera sia infinitamente pericoloso, quando pure il furore del mostro che vi regna non ispaventasse tutti quelli che il volessero tentare. —

«Il guerriero arabo, proponendosi di vedere alla domane coi propri occhi quanto gli si asseriva, accettò l’offertagli ospitalità, e senza nulla comunicare del suo disegno, abbandonossi ai diletti d’una festa della quale era origine la liberazione dell’isola. Si tolse al riposo prima del sorger del sole, montò sulla zattera, e costeggiando l’isola Azzurra sinchè l’ebbe intieramente oltrepassata, cercava di avanzarsi nello stretto che la separava dall’isola Nera; ma il mare divenne così furioso, che i delfini, i quali lo conducevano, ne presero spavento, e vennero ad arenare sulla spiaggia dell’isola Azzurra. Habib batte invano colla sciabola i cavalloni, invano pronunzia quella parola, che l’ha fatto prevalere contro tutti gl’incanti; il prestigio cui combatte non agisce nell’aria, e l’effetto che ha gettato lo schifo sulla costa, è assolutamente naturale, benchè messo in moto da una cagione straordinaria.

«I pesci, i mostri abitanti dei mari circonvicini stanno raccolti nello stretto ch’è mestieri attraversare. Pieni ne sono i gorghi e gli abissi marini: le loro masse enormi, poste in moto dall’inquietudine stata