Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/91

Da Wikisource.

79


medesimo luogo, sui confini di questo regno dalla parte delle Indie. La strada che vi conduce pensa davanti a codesta casa. La persona che spedirete da parte vostra, non ha che a seguirla per venti giorni, ed il vigesimo, domandi dove sono l’uccello che parla, l’albero che canta e l’acqua gialla; il primo a cui si volgerà, saprà insegnargliele.» Ciò detto, si alzò, ed accommiatatasi, propeguì il suo cammino.

«La principessa Parizade avea l’animo talmente occupato a ritenere le indicazioni datele dalla divota musulmana sull’uccello che parlava, sull’albero che cantava e sull’acqua gialla, che non si avvide della costei partenza, se non quando volle farle alcune domande per ottenere da lei maggiori schiarimenti; le pareva in fatti non esser quello, che udito aveva dalla sua bocca, sufficiente per non esporsi ad intraprendere un viaggio inutile. Non volle però mandarle dietro per farla tornare; ma fece uno sforzo sulla propria memoria, per ricordarsi le cose intese, e nulla dimenticarne. E quando stimò che niente le fosse sfuggito, formossi un vero diletto di pensare alla soddisfazione che proverebbe se potesse giungere a possedere cose sì rare e maravigliose; ma la difficoltà che vi trovava, ed il timore di non riuscirvi, l’immersero in grave inquietudine.

«Era la principessa immersa in tali pensieri, quando giunsero dalla caccia i principi suoi fratelli, i quali, entrati in sala, invece di trovarla, secondo il solito, col viso sereno e lo spirito ilare, rimasero stupiti vedendola raccolta in sè medesima e come afflitta, e che neppur alzava la testa per dimostrare almeno così di accorgersi della loro presenza.

«Il principe Bahman prese la parola, e: — Sorella,» le disse, «dove sono l’allegria e la giovialità inseparabili da voi sino al presente? Siete indisposta? V’è accaduta qualche disgrazia? Vi fu dato alcun motivo