Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/98

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NOTTE CDXX


— Il principe Bahman persistè nella propria risoluzione.

«— Voglio credere,» disse al dervis, «che sincero sia il vostro consiglio, e vi son grato della prova d’amicizia che mi date; ma qualunque sia il pericolo del quale mi parlate, nulla è omai capace di stornarmi dal mio proposito. Se qualcuno mi assalisse, ho buone armi, e costui non sarà più valoroso, nè più bravo di me. — E se quelli che vi assalissero,» gli rimostrò il dervis, «non si facessero vedere (poichè sono parecchi), come mai vi difendereste contro gente invisibile? — Non importa,» replicò il principe; «checchè possiate dire, non mi persuaderete a non fare il dover mio. Poichè sapete la strada che vi domando, vi scongiuro di nuovo ad insegnarmela, e non negarmi tal grazia. —

«Vedendo il dervis di non poter nulla sull’animo del principe Bahman, ed esser questi ostinato nella risoluzione di continuare il suo viaggio, ad onta dei salutari avvertimenti che gli aveva dati, mise la mano in un sacco che tenevasi accanto, e cavatane una palla che gli presentò:

«— Poichè non posso da voi ottenere,» gli disse, «che mi ascoltiate ed approfittiate de’ miei consigli, prendete questa palla, e quando sarete a cavallo, gettatevela davanti, e seguitela sino alle falde d’una montagna dove si fermerà; allora, scendete a terra, e lasciate il cavallo colla briglia sul collo,