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vaste pianure pugliesi; la ranocchia in dimostrazione delle tante paludi che accerchiano la Puglia, malgrado il ritiro del mare 1, quando non fosse segno di religioso significato. Infine l’astro a sei raggi, il sole, la mezza luna Diana; le tede lucifere, quando quelle del pentobolo il fossero, si riferirebbero a Diana medesima; e quindi allusive alle cennate divinità, od al nome della città medesima Louceri. Luna crescens, astrum octiradium (dice il lodato Cavedoni Spicilegio num. pag. 16.) riportando le parole del Sestini2. «Congetturai già, prosiegue, che sì la luna, come l’astro alludono al nome Louceri, del pari che il sole e la luna, alludono al nome e prenome di Lucio Lucrezio Trione, ne’ denari di quel triumviro monetale, e poscia mi compiacqui di vedere che similmente, al chiaro Avellino, la luna crescente e la ruota del sole, parvero armi parlanti allusive al nome Luceria, derivato da lux». E nella nota rimarca, che non è ruota ad otto raggi, ma astro di otto raggi, astrum octiradium, giusta il Sestini. Del resto l’Avellino sembra, che abbia inteso parlare della moneta coniata colla luna3, e dall’altra parimente coniata colla ruota di otto raggi. Le gettate rassegnano indubitatamente l’astro ad otto raggi nella seconda classe, mentre la corrispondente di questa serie, già descritta, ha costantemente sei raggi soli, come ognuno può agevolmente rimarcare da per se stesso4.


SECONDA CLASSE


Medesimi tipi, ma più piccole le monete, però tutte fomite
della iniziale della zecca.


1. Asse del peso 3 once.

Testa di Ercole coverta della pelle del leone a dritta, sotto clava. Rov. Cavallo in corsa a dritta, sopra astro ad otto raggi, sotto lettera arcaica .

2. Semisse del peso 2 once, meno 1/3.

Testa di Giove barbata e laureata a dritta Rov. Prora di nave a dritta, sopra S segno del semisse, a fianco della prora iniziale della zecca.

3. Quincunce del peso 1 oncia 1/2.

Due aste decussate. Rov. Due altre simili; cinque palle o globetti nel solo angolo superiore, e sotto .

  1. La rana, che nelle monete di Venosa, fa bel riscontro al granchio marino, del pari che in quella di Lucera, pare riferirsi ai laghi e paludi dell’Apulia, e segnatamente alla Salapina, dice il ch. Cavedoni (Osservazione sulle monete di città greche di Fiorelli Bullettino Napoletano anno II, p. 103).
  2. Sestini Museo Hederv. t. I, n.° 3, 6. Museo Fontana P. III, t. I, n.° 3.
  3. V. Opuscoli t. II, p. 64.
  4. I tipi de’ maggiori astri del Cielo, manifesta il lodato Cavedoni ben si convengono all’Apulia detta Χώρα εὐδεινή (Strabo VI, p. 284); conforme al detto di Orazio (Epod. III, 15. Cf. H, 41) Siderum insedit calor situ exlose Appuline.