Pagina:Le monete attribuite alla zecca dell'antica città di Luceria.pdf/32

Da Wikisource.

— 20 —

quindi ignoriamo la provvenienza. Non è molto ben tenuto, e però non sembra di stile bello, come il precedente.

15. Sesterzo singolare del peso trappeso 1 ed acini 2.

Testa di Pallade con casco semplice, o morione sotto . Rov. Uomo a cavallo che corre a sinistra, con manto svolazzante, e colla mano destra alzata da pacificatore, sotto la pancia del cavallo T, nell’esergo ROMA; acquistato recentemente in Ruvo città famosa di Puglia per le sue classiche antichità.

Nel pubblicare il descritto quincunce il ch. Cav. Avellino, un articolo degno della nota sua erudizione compilava sulla zecca delle monete romano-lucerine, menzionandone e descrivendone, colla sua abituale diligenza, talune delle 15. sopraccennate1; tranne sempre il destante, il semisse, il sestante, il sesterzo, che sono cose affatto nuove, che ora per la prima fiata veggono la pubblicazione. Se i perimetri di breve memoria il comportassero, quel dotto articolo tutto intero vorrem riportare, ma non essendoci tanto permesso direm solamente con lui: Che le monete coll’ nel campo, e la leggenda ROMA, non prima de’ nostri giorni han meritata la considerazione degli archeologi. Morelli, e Carelli non ne tenner conto; i chh. Bonghi, Sestini, ed Avellino furon tra primi a dichiararli; quindi pe’ nummi gettati gli editori Kircheriani; poscia Fiorelli e noi diunita al lodato Avellino per tutti quelli che apparivano di stile bello e peregrino coll’, e ROMA; ed i benemeriti e dotti Borghesi e Cavedoni, il primo de’ quali in confidenziale corrispondenza sostenne, che le lucerine precipuamente di argento sopradescritte, fossero state impresse nella guerra Annibalica, quando i Consoli romani comandavano a Lucera, e vi monetarono il metallo illirico, per essere intercette le vie di Roma.

E ci auguriamo, che dopo sì chiari monumenti messi a luce, e l’acconsentimento di tanti distinti archeologi, quasi tutti viventi, tra’ numismatici che verranno dopo, più non ammetta discussione l’appartenenza di siffatti nummi alla zecca lucerina.

I pochi studi finora fatti su tale importante classe di monete, e di dubbi che per esse elevavansi da’ dotti, (che malgrado conquisi i depressi Lucerini dall’onnipossente potere di quella Roma, che farà di se parlare finché gli uomini saranno, serbarono in tai nummi il patrio stile, e le divinità predilette, che il ferro del vincitore non pote scancellare in un istante), ci autorizzano a corrigere due opinioni emesse già da’ lodati due dotti ch. Cav. Avellino, ed Abate Cavedoni.

II primo alla pubblicazione del suo quincunce Lucerino ritenne per evidente il sistema decimale dell’asse di questa zecca, opinione ora svanita e dal semisse gettato coll’ della seconda classe, e col semisse classico in questa presente serie

  1. Bullettino Napoletano anno III. p. 67. e segg.