Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/202

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a iacopo mazzoni. 199

quali la minore in quel tempo sarebbe da noi veduta, rimanendo la maggiore, nella quale è il centro, sotto l’orizonte; ed il contrario avverria nel mezzo giorno: ma sendo la verità, che noi sempre veggiamo la metà di detta sfera, resta cosa impossibile esser la terra così dal centro lontana. Soggiunge poi, non esser di alcuno momento il dire col Copernico in sua difesa, tanta esser la vastità del firmamento, che in sua proporzione l’intervallo tra il e la terra sia incomprensibile, ed insufficiente a cagionare disegualità notabile nella divisione degli emisfern il che conseguentemente dimostra V. S. Eccellentissima con l’esempio della illuminazione del monte Caucaso; poichè, per quanto ci accerta il testimonio di Aristotile, sendo la sua sommità per grande spazio di tempo prima percossa da i raggi del che la radice, necessario argumento prendiamo, da detta sommità scoprirsi molti gradi oltre all’orizonte terminatore della metà della sfera; di maniera che, se la sola altezza del monte Caucaso può esser causa che l’orizonte divida la sfera in parti sensibilissimamente diseguali, molto più lo doverla fare, se per tanto intervallo, quanto è tra la terra ed il , dal centro ci allontanassimo.

Questa, se bene l’ho compresa, è la dimostrazione di V. S. Eccellentissima: la quale non negherò che, quando prima fu da me vista, non mi movesse assaissimo, sì per esser sottilissima e bellissima, sì ancora per esser di V. S. E perchè, come di sopra le ho detto, mi toccava (come diciamo) nel vivo, mi voltai a considerarla con grandissima attenzione: e, dopo un lungo discorso, cominciò a venirmi in pensiero, come potesse essere che, non essendo tutta la lontananza dal centro alla superficie della terra (posta l’opinione di Tolomeo) bastante a far che l’orizonte dividesse la sfera in parti sensibilmente diseguali, potesse poi la sola altezza del monte Caucaso, aggiunta al semidiametro della terra, fare che l’orizonte la sfera segasse in parti così notabilmente disguali. Il che m’indusse a pensare che, non la lontananza del vertice del monte dal centro della terra, ma più presto l’altezza di detto vertice sopra la superficie della terra, potesse esser della detta disgualità cagione: e questo perchè, quando abbiamo l’occhio nella superficie della terra, viene l’orizonte ad esser difinito per quella su-

4. resta impossibile, v — 6. Copernico tanta esser la vastità dell’orbe stellato che, v — 7. sia insensibile, v — 18. ci scostassimo, v — 21. sottilissima e molto potente si, v — 24. discorso cominciai a considerare, v — 26. terra bastante, v — 33. cagione perciochè quando, v —