Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/109

Da Wikisource.

intorno alle macchie solari ecc. 109

mostrano di mantener sempre la loro figura, e questa essere sferica; non si vede che altre si dissolvine ed altre di nuovo si produchino, ma sempre si conservano le medesime; ed hanno i movimenti loro periodici, li quali dopo alcun determinato tempo ritornano: ma queste macchie non si vede che ritornino le medesime, anzi all’incontro alcune si veggono dissolvere in faccia del Sole; e credo che in vano si aspetti il ritorno di quelle che par ad Apelle che possine rivolgersi intorno al Sole in cerchi molto angusti. Mancano, dunque, delle principali condizioni che competono a quei corpi naturali a i quali noi abbiamo attribuito il nome di stelle. Che poi le si debbino chiamare stelle perchè son corpi opachi e più densi della sostanza del cielo, e però che resistine al Sole, e da quello grandemente venghino illustrate in quella parte ch’è percossa da i raggi, e dall’opposta produchino ombra molto profonda etc, queste son condizioni che competono ad ogni sasso, al legno, alle nugole più dense, ed in somma a tutti i corpi opachi: ed una palla di marmo resiste per la sua opacità al lume del Sole, da quello viene illustrata, come la Luna o Venere, e dalla parte opposta produce ombra, tal che per questi rispetti potrebbe nominarsi una stella; ma perchè gli mancano l’altre condizioni più essenziali, delle quali sono altresì spogliate le macchie solari, però par che il nome di stella non deva esserli attribuito.

Io non vorrei già, che Apelle annumerasse in questa schiera, come egli fa, i compagni di Giove (credo che voglia intender de’ quattro pianeti Medicei); perchè loro si mostrano costantissimi come ogn’altra [Pianeti Medicei costantissimi; si eclissano; hanno periodi ordinati, già ritrovati dall’Autroe]stella, sempre lucidi, eccetto che quando incorrono nell’ombra di Giove, perchè allora s’eclissano, come la Luna in quella della Terra; hanno i lor periodi ordinatissimi e tra di loro differenti, e già da me precisamente ritrovati; né si muovono in un cerchio solo, come Apelle mostra o d’aver creduto o almeno pensato che altri abbino creduto, ma hanno i lor cerchi [Medicei hanno moti ne’ suoi cerchi distinti] distinti e di grandezze diverse, intorno a Giove come lor centro, le quali grandezze ho parimente ritrovate; come anco mi son note le cause del quando e perchè or l’uno or l’altro di loro declina o verso borea verso austro in relazione a Giove, e forse potrei aver le risposte all’obiezzioni che Apelle accenna cadere in questa materia, quando

7. ad Apelle manca in B e nella stampa. — 9. competeno, s — 14. etc. manca in B e nella stampa, — 22. in questa classe, A, B; in B classe è corretto, di mano di Galileo, in schiera. — 34. Appelle, s —