Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/117

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intorno alle macchie solari ecc. 117

di 10, 15 e, per mio credere, anco di 30 e 40 e più, come appresso dirò: sono per lo più di figure irregolarissime le quali figure si vanno mutando continuamente, alcune con preste e differentissime mutazioni, [Mutazioni.] ed altre con più tardezza e minor variazione: si vanno ancora alterando nell’incremento e decremento dell’oscurità, mostrando come tal ora si condensano e tal ora si distraggono e rarefanno: oltre al mutarsi in diversissime figure, frequentemente si vede alcuna di loro dividersi in tre o quattro, e spesso molte unirsi in una, e ciò non tanto vicino alla circonferenza del disco solare, quanto ancora circa le parti di mezo: oltre a questi disordinati e particolari movimenti, [Moti particolari disordinati.] di aggregarsi insieme e disgregarsi, condensarsi e rarefarsi e cangiarsi di figure, hanno un massimo comune ed universal moto col quale uniformemente ed in linee tra di loro parallele vanno discorrendo il corpo del Sole: da i particolari sintomi del qual movimento si viene in cognizione, prima, che il corpo del Sole è assolutamente sferico; secondariamente, ch’egli in sè stesso e circa il proprio centro si raggira, portando seco in cerchi paralleli le dette macchie, e finendo una intera conversione in un mese lunare in circa, con rivolgimento simile a quello de gli orbi de i pianeti, cioè da occidente verso oriente. Di più, è cosa degna di esser notata come la moltitudine delle macchie par che caschi sempre in una striscia o vogliamo dir zona del corpo [Zona delle macchie nel corpo solare.] solare, che vien compresa tra due cerchi che rispondono a quelli che terminan le declinazioni de i pianeti, e fuori di questi limiti non mi par di aver sin ora osservata macchia alcuna, ma tutte dentro a tali confini; sì che nè verso borea nè verso austro mostrano di declinar dal cerchio massimo della conversion del Sole più di 28 o 29 gradi in circa.

Le loro differenti densità e negrezze, le mutazioni di figure e gli accozzamenti e le separazioni sono per sè stesse manifeste al senso, senz’altro bisogno di discorso; onde basteranno alcuni semplici rincontri di tali accidenti sopra i disegni che gli mando, li quali faremo più a basso: ma che le siano contigue al Sole e che al rivolgimento di quello venghino portate in giro, ha bisogno che la ragione discorrendo lo deduca e concluda da certi particolari accidenti che le sensate osservazioni ci somministrano.

25-26. In luogo di dal cerchio massimo... Sole nel cod. A Galileo dapprima aveva scritto: dal cerchio rispondente all’equinoziale; poi cancellò, e corresse conforme alla lezione della stampa. Così pare prima aveva scritto: più di 50 o 5; poi cancellò 50 o 5, correggendo 28 e 29.—