Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/204

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204 istoria e dimostrazioni

tarde le macchie de’ cerchi più vicini al centro del disco, che altra volta quelle de’ più remoti1.

Ma quando anco non ci fosse in pronto di poter far incontri sopra i disegni già fatti e sopra quelli che si faranno, parmi ad ogni modo di poter dalle cose stesse proposte ed ammesse da Apelle ritrar certa contradizione, per la quale molto ragionevolmente si possa dubitare circa la verità dell’addotta osservazione ed, in consequenza, [Macchie non sono remote dalla supeficie del Sole.] della couclusioue che indi si deduce. Imperò che io prima considero, che dovendo egli valersi della disegualita de’ tempi de passaggi delle macchie come di argomento necessariamente concludente la notabil lontananza loro dalla superficie del Sole, è forza che e’ supponga, quelle essere in una sola sfera che di un moto comune a tutte si vada volgendo; perchè se e’ volesse che ciascuna avesse suo moto particolare, niente da ciò si potrebbe raccòrre che concernesse alla prova della remozion loro dal Sole, perchè si potria sempre dire che la maggior o la minor dimora di queste o di quelle nascesse non dalla distanza della lor sfera dal Sole, ma dalla vera e reale disegualità de’ lor proprn moti. Considero appresso, che le linee descritte nel disco solare dalle macchie non s’allargano dall’eclittica, massimo cerchio della lor conversione, o verso borea o verso austro2, oltre a

1. al centro, che, A — 2. de’ cerchi più remoti, A — 3-4. sopra disegni, B, s —
  1. Da «nei passaggi» (pag.203, lin. 32-33) a «remoti» in A è pieno di cassaticci, e in B si legge su di un cartellino, scritto di mano di Galileo e incollato sul foglio. Prima Galileo aveva scritto: «di tempi maggiori e minori, ma ho trovato e questi e quelli essere occorsi ora alle macchie de i cerchi più vicini al centro del disco, ed ora non meno a quello dei cerchi più remoti», come in B si legge sotto il cartellino, e in A si può ricostruire tenendo conto delle cancellature. In A dopo «remoti» seguita, cancellato: «onde per ciò all’incontro si stabilisce la prossimità delle macchie alla superficie del Sole».
  2. Quanto segue, da «oltre a certe limitate distanze» fino a «verrebbono interposti» (pag. 212, lin. 7), è scritto in A parte sul margine del foglio, e parte su di un cartellino che copre la metà inferiore del foglio e su di alcuni fogli inseriti. Questa lunga aggiunta fu trascritta in B al suo posto. Dapprima in A continuava, di seguito a «austro» (come si legge parte cancellato e parte sotto il cartellino), in questo modo: «più di gradi: onde, posto che delle macchie prodotte nell’osservazione da Apelle, queste di più lunga dimora traversassero per il diametro in giorni 16, e quella per una linea remota dal centro gradi (che e la massima remozione sin qui osservata) in giorni 11, bisogna investigare quanto grande debba, essere al meno quella sfera la quale, raggirandosi intorno al Sole, traversi col punto interposto tra noi e ’l centro del Sole il solar diametro in tempo sesquisettimo del tempo nel quale altro punto della medesima sfera traversa la parallela remota dal detto diametro gradi 30; e troverassi, tale sfera dover di necessità aver il suo semidiametro più che doppio del semidiametro del globo solare: perlochè del cerchio massimo di tale