Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/120

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120 Le poesie di Catullo

     E da cui nacque ogni ventura mia,
     E primamente e sovra ognun colei
     Ch’amo più di me stesso, e alla cui luce,
     205Finchè viva ella sia, viver m’è grato.

69

Rufo, non istupir, se alcuna donna
     Il molle fianco a te piegar non vuole,
     Non se dono lo fai di rara gonna,
     O di gemma che splenda a par del sole.

5Sul conto tuo corre una mala voce:
     Che ascondi fra le ascelle un capro atroce.

Temon tutte di questo, ed a ragione:
     Non s’accoppia una donna ad un caprone.

Cotal peste crudele or dunque ammazza,
     10O non stupir se scappa ogni ragazza.

70

Dice la donna mia, ch’altri un amplesso
     Fuor di me non avrà, non Giove istesso;

Ma promesse di donna e giuramenti
     Scrivi in rapido fiume e affida ai venti.