Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/26

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
26 Le poesie di Catullo


15O che ti gira — l’anima! Il più faceto
     Uomo pur ora, — basta che nel salceto

Entri dei versi, — più non si raccapezza,
     Divien più rozzo — della stessa rozzezza.

E dir, che mai — non è così beato
     20Siccome allora — c’ha un poema infilzato!

Allor s’esalta, — allora genuflesso
     Egli si getta — per adorar sè stesso.

Ma chi non piglia — papere? E chi nel seno
     Non tien riposto — un briciol di Suffeno?

25Ogn’uomo all’altro — l’error proprio rinfaccia,
     Nè guarda a tergo — dentro alla sua bisaccia.


23

Tu non hai, Furio, servi, nè armari
    Non ragni o cimici, non focolari,

Ma quella gioja di babbo, quella
     Matrigna, un subbio vero in gonnella.