Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/49

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

trad. da Mario Rapisardi 49

47

Voi dunque, o Porcio, o Socratione,
     Sinistre granfie di Gneo Pisone,

Inalza assiduo quest’ebreo grullo
     Sul mio Veranio, sul mio Fabullo?

5Voi fame e scabbia del mondo tutto,
     Codesto Príapo sghiandato e brutto?

E voi tra lauti banchetti, intorno
     Sbuffate tronfj, di pieno giorno,

Mentre i miei poveri compagni amati
     10Nel trivio aspettano d’esser chiamati?


48

Oh, se mi fosse dato baciare
     I tuoi dolcissimi occhi, o Giovenzio,
     3Quanti mai baci ti vorrei dare!

Nè di baciarti sazio sarei,
     S’anco dell’aride spiche più folto
     6Fosse il ricolto — dei baci miei.