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LE SELVE ARDENTI 107

tormentava il grilletto della carabina. — Che Nube Rossa abbia fatto un patto con Manitou per campare cent’anni. È il terzo colpo che sparo colla speranza di mandarlo a cacciare nelle praterie celesti, e senza alcun resultato.

— Risparmia per più tardi le munizioni — gli disse John, il quale gli si era sdraiato al fianco. — Si tengono nascosti dietro gli alberi quei bricconi. Sanno che siamo abilissimi tiratori e non si fanno vedere. —

Il fuoco continuava da parte degli assediati, ma non molto violento. Sparivano più per impedire agli assedianti qualche colpo di testa, che colla speranza di colpirli, perchè le palle si schiacciavano contro la grossa tavola di pietra o contro le reti.

Durante la notte, il signor Devandel a l’indian-agent si erano recati nella rotonda per vedere se da quel lato fosse possibile la fuga, ma non si sentirono in grado di sfidare le onde furiose della rapida, anche perchè essendo il freddo aumentato, enormi lastroni di ghiaccio rovinavano fra le rocce, e rompendosi facevano scoppii come bombe.

— Sarebbe la morte per tutti noi! — aveva detto John, che si era recato nella rotonda dopo le due del mattino. — Quei ghiacci ci fracasserebbero in mezzo alle rocce.

— È vero, — aveva risposto il capitano. — Sandy-Hook e lord Wylmore hanno avuto più fortuna di noi. La nostra salvezza sta nelle mummie e nei nostri rifles. —

E per la quinta volta, ma non troppo allegri, erano tornati dietro la tavola di pietra, dove le mummie continuavano a fumare e crepitare.

La fucileria delle pelli-rosse era cessata. Avevano ormai compreso i rossi guerrieri che senza un furioso assalto coi tomahawks, dopo cessato il fuoco, non sarebbero riusciti ad espugnare la grande sala degli ultimi discendenti degli Atabask.

L’alba spuntò senza che le condizioni fossero cambiate.

Non rimanevano che cinquanta mummie e delle più piccole poichè la maggior parte erano di principesse e di giovani, vale a dire di futuri sakems.

Gl’indiani che avevano forse dormito tranquillamente sulle loro pelli di bisonte, infischiandosene del freddo intensissimo, colle prime luci del giorno avevano ripreso a sparare, ma a casaccio, poichè il fumo delle mummie era così denso, che essi vedevano a malapena la porta dell’immensa sala.

I due scorridori, l’indian-agent ed il signor Devandel, per far capire agli assedianti che non avevano nessuna voglia di mettere le loro capigliature nelle mani di Nube Rossa o di Minehaha, avevano risposto, di