Pagina:Le selve ardenti.djvu/142

Da Wikisource.
138 EMILIO SALGARI

Dodici guerrieri armati di tomahawks, li circondarono, mentre gli altri afferravano delle lunghe pertiche.

La corrente era impetuosissima, essendo la rapida poco lontana, e continuava a trascinare grosse lastre di ghiaccio, le quali si spaccavano con mille scricchiolii contro la zattera. Nondimeno gl’indiani, puntando fortemente la fendevano senza correre il pericolo di venire attratti dall’abisso, rumoreggiante a così breve distanza. Vivendo sui grandi corsi d’acqua dell’America centrale degli Stati del Nord erano non solamente arditi guerrieri, ma anche abilissimi barcaiuoli.

Lo zatterone, dopo aver corso parecchie volte il pericolo di essere attratto dalla furia della corrente, toccò la riva opposta della fiumana.

Cinquanta e più cavalli erano là, guardati da una diecina di pellirosse, sempre pronti a ripartire.

Nube Rossa fece sbarcare i quattro prigionieri e li fece legare sulle groppe dei quattro più robusti cavalli, colle gambe volte verso la coda e la testa appoggiata al collo.

Quegl’indiani avevano fatto un uso così abbondante di lazos, che i disgraziati prigionieri si trovavano quasi nella impossibilità di fare il più piccolo movimento.

— Ehi, vecchio brigante! — non potè trattenersi dal gridare Harry ― ci tratti come salcicciotti di bisonte?

— Taci, uomo bianco, — rispose ruvidamente il sakem dei Corvi. — Il padrone ora sono io.

— Crepa, cane!

— Manitou mi ha promesso di farmi veder morire mia figlia, e quella è una giaguara che non si prenderà facilmente.

— Tu lo credi? — urlò John.

— Certo.

— E gli americani che ti dànno ora la caccia li hai dimenticati? —

Il vecchio Corvo ebbe un sussulto, quasi uno spasimo, poi riprendendo il suo sangue freddo rispose:

Hug! Sono lontani i larghi coltelli dell’ovest. I lupi bianchi chiudano la bocca e non cerchino di ribellarsi, altrimenti noi adopreremo prontamente i tomahawks.

— Crepa, vecchia canaglia! — urlò Harry furibondo.

— Più tardi, quando il buon Manitou lo vorrà — rispose il sakem con un sogghigno feroce.

Mandò un fischio stridente e la caballada risalì al piccolo galoppo la riva coperta di neve e di bassi cespugli.

I quattro prigionieri, legati come erano, imprecavano, poichè le scosse