Pagina:Le selve ardenti.djvu/36

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32 EMILIO SALGARI

― Ecco una cosa strana! — esclamò l’indian-agent. — Che quella donna sia la domatrice di questo serraglio? —

Giorgio salì.

— Ci sono già, — rispose lo scorridore di prateria. — Due colpi di coltello e questa donna sarà libera.

— È un’indiana?

— Sì, John.

— Giovane?

— Sì, e bellissima. Può dare dei punti a Minehaha.

— Sbrìgati. Non mi fido di queste bestie, quantunque siano diventate improvvisamente mansuete. —

Infatti tutta quella truppa formidabile, che pareva pronta a spalancare le mascelle sui dorsi e sulle braccia dei quattro scorridori, si era accovacciata, sbadigliando e mugolando, senza più osar di fare un passo innanzi dopo quel fischio.

Nel frattempo Giorgio, lesto come una scimmia, si era arrampicato sul pino, e con pochi colpi di coltello aveva liberata la giovane indiana, aiutandola a discendere.

La disgraziata, che pareva non avesse più di quindici o sedici anni e che, come aveva detto Giorgio, aveva lineamenti bellissimi, più europei che indiani, quantunque la sua pelle fosse leggermente rossastra con delle indefinibili sfumature color di rame, era appena coperta da un vecchio serapé messicano, tutto sbrindellato, stretto ai fianchi da una corda incatramata.

Appena fu a terra, spalancò i suoi grandi occhi nerissimi e profondi come la notte, sui quattro scorridori, e dopo di averli osservati attentamente, disse:

— Voi non siete i cattivi visi pallidi che vogliono strapparmi il segreto degli Atabask. Ah! l’uomo dai capelli rossi.... come è cattivo!

— Chi è? — domandò John.

— Un uomo pallido.

— Ve ne sono tanti in America!... E dimmi: quelle bestie non ci divoreranno?

— Finchè ci sarò io con voi non oseranno toccarvi — rispose l’indiana, con un sorriso strano.

— Sono molte!

— Che cosa importa? Vuoi vedere, viso pallido? —

La giovane strappò di mano il ramo resinoso che continuava a bruciare, si strinse addosso il vecchio serapé per ripararsi dal vento gelato della notte, poi con grande stupore dei quattro scorridori, mosse incontro alle belve, lanciando a destra ed a sinistra fasci di scintille.