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22 Schiaparelli, N.° IX.

e le retrogradazioni1. Aristotele assicura, all’occasione di una occultazione di Marte da lui veduta, che di simili annotazioni su tutti i pianeti si potevano trovare nelle antiche osservazioni degli Egiziani e dei Babilonesi2. Si può dunque riguardare come verosimile, che Eudosso traesse dall’Egitto le cognizioni astronomiche positive, che formano la base del sistema delle sfere. Anzi, osservando che in certi monumenti egiziani3 si trovano le figure della dea del cielo ripetute l’una dentro dell’altra e concentricamente e similmente disposte, Lepsius crede di vedere in quelle null’altro che una rappresentazione simbolica delle sfere omocentriche del cielo (p. 199), e ne trae argomento per credere, che Eudosso sia stato preceduto dagli Egiziani nell’ideare il suo sistema. A ciò sembra alludere anche Simplicio, quando dice (§ 2), che «ad Eudosso, e a quelli che furono prima di lui, il Sole pareva moversi di tre movimenti.» Congetturando che i predecessori d’Eudosso siano i sacerdoti d’Egitto, Lepsius tiene per verosimile, che nel terzo di quei movimenti sia da ravvisare la precessione, e che Eudosso non trovando questo movimento confermato dalle osservazioni a lui conosciute, non abbia inteso bene i suoi maestri, e supposto in quella vece un movimento che non esiste, cioè la nutazione dell’orbe solare. Nè contento di accennare in modo generale a questo possibile errore dell’astronomo di Cnido, Lepsius cerca ancora di mostrare qual posizione e movimento avevano potuto dare gli Egiziani alla supposta sfera della precessione.

Egli comincia dallo stabilire, che se Eudosso e gli Egiziani conobbero una precessione, questa dovette consistere in un moto dell’eclittica lungo l’equatore, non già, come l’intendiamo noi, dell’equatore lungo l’eclittica4. Il movimento dell’equatore e dei poli dell’asse del mondo, come oggi si conosce, era una supposizione troppo lontana dalle idee dell’antichità, per la quale i poli dell’equatore erano il sostegno incrollabile di tutto l’universo. Era questa dunque degli Egiziani una specie di precessione equatoriale, in cui i poli dell’eclittica si supponevano girare intorno ai poli dell’equatore in un periodo, al quale, dietro diverse indicazioni degli autori, Lepsius assegna una durata di 36000 anni5. Perciò egli dà alle supposte sfere degli Egiziani la seguente disposizione. Prima e più esterna, la sfera del moto diurno intorno ai poli immobili del mondo. Alla seconda sfera attribuisce il moto annuo del Sole per l’eclittica intorno ai poli di questo circolo. Alla terza sfera assegna i medesimi poli che alla prima, ed un lentissimo moto retrogrado in 36,000 anni, e crede che essa valga a produrre la precessione equatoriale di cui sopra. E questa egli reputa analoga alla terza sfera lunare d’Eudosso. Ma è facile convincersi, che in questo modo non si raggiunge lo scopo prefisso. Infatti i poli della terza sfera essendo fissati sulla seconda, partecipano al movimento di questa, e sono aggirati ogni anno intorno ai poli dello zodiaco. Se quindi, in un dato istante, i poli della terza sfera coincidevano con quelli del mondo, dopo sei mesi ne saranno lontani di quasi 48 gradi, cioè di quanto importa il doppio dell’obliquità del-


  1. Diodoro, I, 81.
  2. Aristot. De Cœlo II, 12.
  3. Per esempio, nel tempio di Dendera in vicinanza del famoso zodiaco circolare, nel tempio di File, e in quello d’Hermonthis. Vedi Denon, Viaggio nell’alto e nel basso Egitto, tav. 130.
  4. L’interpretazione della precessione al modo d’Ipparco, come un moto della sfera stellata intorno ai poli dell’eclittica supposta fissa come l’equatore, non può qui entrare in calcolo; perchè alla sfera delle fisse Eudosso attribuiva un solo movimento, come fecero tutti gli antichi prima del grande astronomo di Nicea.
  5. Per effetto della precessione, le stelle dell’equatore cambiano la loro ascensione retta, secondo le formule moderne, di 46’’ all’anno; tanto dunque è l’importo della precessione apparente rispetto all’equatore. Ciò darebbe una rivoluzione intiera in 28170 anni.