Pagina:Le strade ferrate italiane e l'Austria - L'indipendenza degli Stati italiani.djvu/19

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sommo Iddio, cui renderei immantinente e con tutta l’effusione dell’animo le più sentite grazie!

E se di un tal fatto per grandissima ventura nostra fosseci dato essere testimonj, vedremmo allora tosto cambiarsi l’indole dei rapporti internazionali degli Stati Italiani sia tra loro stessi sia con l’estero. Non più una politica d’isolamento e di diffidenza tra i governi della Penisola, non più una politica di umiliante condiscendenza, o di suggezione alle esigenze men fondate dei governi esteri. Sorgerebbero al contrario tra gli Stati della Penisola rapporti di mutua benevolenza intesi a promuovere i comuni interessi delle popolazioni, e con i reggimenti stranieri relazioni, benevoli sì, ma tali quali convengonsi alla dignità ed alla sicurezza degli Stati indipendenti.

In questi nuovi e veri rapporti dei principi nostri tra loro e con l’estero, le popolazioni italiane scorgerebbero ed a ragione la condizione del loro risorgimento; e l’impossibilità di un progresso onesto, ben inteso e pacifico ove tali rapporti non fossero per intervenire.

Il sentimento della nazionalità incomincerebbe allora a sorgere tra noi sostituendosi a quello municipale con tanta cura or coltivato dall’influenza straniera, che su i governi nostri perseverantemente esercitasi. Questo sentimento della nazionalità facendo luogo alla coscienza delle proprie forze dileguerebbe l’attuale scoraggimento, rialzerebbe il carattere degli Italiani, e le più solide nostre qualità morali potrebbero allora svilupparsi ed esercitarsi con lealtà e con sicurezza sì dei governi che degli individui. Questo ci sembra essere oggi il punto