Pagina:Leonardo prosatore.djvu/228

Da Wikisource.
224


ignota. E per questo il cielo si dimostra più oscuro in verso l’altezza e inver l’orizzonte e non azzurreggia, anzi è tra fumo e polvere.

L’aria infusa colle nebbie è interamente privata d’azzurro, ma solo par di quel colore de nugoli che biancheggiano quando ’l tempo è sereno, e quanto più riguardi, verso occidente tu la troverai più oscura, e più lucida e chiara verso l’oriente. E le verdure de le campagnie in mezzana nebbia azzurreggiano alquanto, ma negreggiano nella più grossa...

Quando il sol s’innalza e caccia le nebbie, e si comincia a rischiarare i colli da quella parte donde esse si partano, e’ fansi azzurri e fumano in verso le nebbie fuggenti, e li edifizi mostrano lumi e ombre, e nelle nebbie men folte mostran solo i lumi e nelle più folte niente; e questo è quando il moto della nebbia si parte traversalmente, e allora i termini d’essa nebbia saranno poco evidenti coll’azzurro dell’aria, e in verso la terra parrà quasi polvere che s’innalzi. Quanto l’aria sarà più grossa, li edifizi delle città e li alberi delle campagnie parranno più rari; perchè sol si mostreranno i più eminenti e grossi.


Nessun corpo opaco è sanza ombra o lumi, se non è nella nebbia, sopra terra coperta di neve, e el simile fa quando fiocca in campagnia: essa fia sanza lume e sarà circundata dalle tenebre.