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Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/183

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dediche, notizie, annotazioni 177

chi, o de’ principii del genere umano, contiene in sostanza un panegirico dei costumi della California, e dice che il secol d’oro non è una favola. Sesto: sono tutte piene di lamenti e di malinconia, come se il mondo e gli uomini fossero una trista cosa, e come se la vita umana fosse infelice. Settimo: se non si leggono attentamente, non s’intendono; come se gl’italiani leggessero attentamente. Ottavo: pare che il poeta si abbia proposto di dar materia ai lettori di pensare, come se a chi legge un libro italiano dovesse restar qualche cosa in testa, o come se già fosse tempo di raccoglier qualche pensiero in mente prima di mettersi a scrivere. Nono: quasi tante stranezze quante sentenze. Verbigrazia: che dopo scoperta l’America, la terra ci par piú piccola che non ci pareva prima; che la Natura parlò agli antichi, cioè gl’inspirò, ma senza svelarsi; che piú scoperte si fanno nelle cose naturali, e piú si accresce alla nostra immaginazione la nullità dell’Universo; che tutto è vano al mondo fuorché il dolore; che il dolore è meglio che la noia; che la nostra vita non è buona ad altro che a disprezzarla essa medesima; che la necessità di un male consola di quel male le anime volgari, ma non le grandi; che tutto è mistero nell’Universo, fuorché la nostra infelicità. Decimo, undecimo, duodecimo: andate cosí discorrendo.

Recheremo qui, per saggio delle altre, la Canzone che s’intitola Alla sua donna, la quale è la piú breve di tutte, e forse la meno stravagante, eccettuato il soggetto1. La donna, cioè l’innamorata, dell’autore, è una di quelle immagini, uno di quei fantasmi di bellezza e virtú celeste e ineffabile, che ci occorrono spesso alla fantasia, nel sonno e nella veglia, quando siamo poco piú che fanciulli, e poi qualche rara volta nel sonno, o in una quasi alienazione di mente, quando siamo giovani. In fine è la donna che non si trova. L’autore non sa se la sua donna (e così chiamandola, mostra di non amare altra che questa) sia mai nata finora, o debba mai nascere; sa che ora non vive in terra, e che noi non siamo suoi contemporanei; la cerca tra le idee di Platone, la cerca nella luna, nei pianeti del sistema solare, in quei de’ sistemi delle stelle. Se questa Canzone si vorrà chiamare amorosa, sarà pur certo che questo tale amore non può né dare

  1. [I due periodi seguenti nell’ediz. Piatti sono citati, appunto dal «Nuovo Ricoglitore», ma con un paio d’errori, in nota alla canzone Alla sua donna.]