Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/137

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amore e morte 131

Nell’immenso universo, e non l’avanza,
95Se non quella del fato, altra possanza.
E tu, cui già dal cominciar degli anni
Sempre onorata invoco
Bella Morte, pietosa
Tu sola al mondo dei terreni affanni,
100Se celebrata mai
Fosti da me, s’al tuo divino stato
L’onte del volgo ingrato
Ricompensar tentai,
Non tardar più, t’inchina
105A disusati preghi,
Chiudi alla luce omai
Questi occhi tristi, o dell’età reina.
Me certo troverai, qual si sia l’ora
Che tu le penne al mio pregar dispieghi,
110Erta la fronte, armato,
E renitente al fato,
La man che flagellando si colora
Nel mio sangue innocente
Non ricolmar di lode,
115Non benedir, com’usa
Per antica viltà l’umana gente;
Ogni vana speranza onde consola
Se coi fanciulli il mondo,
Ogui conforto stolto
120Gittar da me; null’altro in alcun tempo