Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/25

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di dante 19

Cadeano a squadre a squadre
Semivestiti, maceri e cruenti,
145Ed era letto agli egri corpi il gelo.
Allor, quando traean l’ultime pene,
Membrando questa desiata madre,
Diceano: oh non le nubi e non i venti,
Ma ne spegnesse il ferro, e per tuo bene,
150O patria nostra. Ecco da te rimoti,
Quando più bella a noi l’età sorride,
A tutto il mondo ignoti,
Moriam per quella gente che t’uccide.

     Di lor querela il boreal deserto
155E conscie fur le sibilanti selve.
Così vennero al passo,
E i negletti cadaveri all’aperto
Su per quello di neve orrido mare
Dilacerar le belve;
160E sarà il nome degli egregi e forti
Pari mai sempre ed uno
Con quel de’ tardi e vili. Anime care,
Bench’infinita sia vostra sciagura,
Datevi pace; e questo vi conforti
165Che conforto nessuna
Avrete in questa o nell’età futura.
In seno al vostro smisurato affanno
Posate, o di costei veraci figli,