Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/61

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Tornami a mente il dì che la battaglia
     D’amor sentii la prima volta, e dissi:
     Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia!
Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi,
     5Io mirava colei ch’a questo core
     Primiera il varco ed innocente aprissi.
Ahi come mal mi governasti, amore!
     Perchè seco dovea sì dolce affetto
     Recar tanto desio, tanto dolore?
10E non sereno, e non intero e schietto,
     Anzi pien di travaglio e di lamento
     Al cor mi discendea tanto diletto?
Dimmi, tenero core, or che spavento,
     Che angoscia era la tua fra quel pensiero
     15Presso al qual t’era noia ogni contento?
Quel pensier che nel dì, che lusinghiero
     Ti si offeriva nella notte, quando
     Tutto queto parea nell’emisfero:
Tu inquieto, e felice e miserando,
     20M’affaticavi in su le piume il fianco,
     Ad ogni or fortemente palpitando.
E dove io tristo ed affannato e stanco