Vai al contenuto

Pagina:Leopardi - Canzone, Bologna, 1820.djvu/5

Da Wikisource.

5


     Italo ingegno, a che già mai non posi
Di svegliar da le tombe
I nostri padri? e a favellar gli meni
A questo secol morto al quale incombe
5Si gran nebbia di tedio? E come or vieni
Sì forte a’ nostri orecchi e sì frequente,
Voce antica de’ nostri
Muta sì lunga etade? e perchè tanti
Risorgimenti? In un balen feconde
10Venner le carte; e a la stagion presente
I polverosi Chiostri
Serbaro intatti i generosi e santi
Detti de gli avi. E che valor t’infonde
Il Cielo e ’l fato, Italo illustre? e quale
15Tanto avvivar fu degno altro mortale?