1170. |
Di Paolina Leopardi. |
|
[Recanati] 18. Nov.c 1827 |
Caro Muccietto. Ecco che vai ad allontanarti sempre più da noi,
in luogo di avvicinarti, come credevo, non tanto da poterci vedere,
che non l’ho mai sperato, ma più vicino di Firenze, io me ne lusin-
gavo. E quasi mi fa pena questa tua nuova partenza, pensando che
forse più di rado avremo le tue nuove, che lo sono già abbastanza e
molto dolorosamente per noi - E sai che a Babbo e dispiaciuto molto
il sentire che non sei per tornare, e pretende che tu l’abbi ingannato
quando gli dicevi in una tua «che non avresti certo passato l’inverno
a Firenze ove non avresti trovato la minor parte dei commodi di casa
tua, e che lo avresti avvisato della tua partenza» le quali parole cre-
deva egli che volessero dire, che avresti passato l’inverno a casa. Ed
egli mi ha detto che non ti scrive per stare un poco col muso, ma che
intanto ti scriva io ec. Tutto questo in confidenza - Vorrei che fosse
vero quanto ti è stato detto della bontà del soggno di Massa, e che
tu vi soffra il meno che puoi; e credo che starai sulle mosse per andarci,
e che anche a Firenze si sentirà di già il freddo, o si vedrà la neve,
come l’abbiamo veduta e toccata noi per tre giorni.
Credo certo che per quanto sia noioso il soggno che hai scelto, pure
non ti ci annoierai come a Recanati - Quanto ho goduto io, quanto
abbiamo goduto tutti noi della tua migliorata salute! Abbiti cura, per
carità, quest’inverno, e mangia, come dici di fare, seppure non te ne
sei già pentito. -
Mi domandi le nuove di questo porco paese, ma io non so cosa
dirti. Forse avrai piacere di sentire, che le continue acque ed in parti-
colare quelle di cinque giorni e cinque notti del mese passato, hanno
reso pericolanti gran parte delle case verso la montagna-, tanto che si
è ricorso a Roma (si dice), e si attende un Architetto ec. - Alla nostra
festa di Domenica avessimo a pranzo il Gubernator. Ecco le grandi
nuove ch’io posso darti. -
Carlo, Luigi, Pietruccio ti salutano, e ti abbracciano. Mamma poi
ti saluta tanto tanto. - Addio, caro Muccietto. Ti voglio tanto bene.
Giordani sta bene? Me lo vuoi salutare molto, ma molto partico-
larmente?