somma, con questa parte il Brancia, che è meno delicato, diretto sotto
fascia a Brighenti: il Noèl lo seguirà anch’esso fra ore, che si spende-
ranno a trovare o un modo sicuro di fartelo venire per la posta, come
sarebbe un corriere amico ec. ovvero un mezzo di spedizione il più
sollecito che sia possibile. - Vedrai dentro questa una di Puccinotti1
di cui ho infranto il sigillo non per curiosità, giacché me ne diceva
egli stesso il contenuto, ma perchè la lettera non sembrasse doppia.
Egli me l’ha spedita jeri inclusa in una ove mi pregava a indirizzar-
tela, non sapendo bene dove ti trovi. - Tu vuoi ch’io ti parli di me;
eccomi a soddisfarti. Ho ricevuto il tuo nuovo libro:2 era ben ora
dopo averne visto tanti squarci nel Corriere delle Dame, che è il gior-
nale più letterario che qui si abbia. Nè sapeva, se non per congettura,
come si chiamasse l’opera da cui erano tolti. Mandami sempre quel
che stampi: l’Antologia' potresti mandarla scopertamente, non è
vero? in qualunque modo fa ch’io la veda. Morici si struggerebbe di
far venire qualcuna delle tue cose, ma lo ritiene la tua proibizione.
Godo molto, Buccio mio caro, che stai piuttosto bene di salute, e che
il soggiorno di Pisa ti si confaccia moltissimo, poi che lo trovi piacevole
e delizioso. Sei contento ora che ti ho parlato di me? intendo di quella
parte di me che vai qualche cosa. L’altra lasciamola nella sua tomba.
Vidi alcuni versi di Simonide sulla speranza tradotti da te nel Giorn.c
delle Dame: da qual tua opera son presi? Non parmi che siano nell’O-
perette. Se ti ricordi qualche volta a Bunsen vedi di dirgli un’ul-
tima parola su quell’affare: il momento sarebbe questo. Dopo molti
dubbi e contrasti Recanati è stata messa, per quanto si asserisce fra
i capi-distretto, la Statistica è stata diramata nelle Delegazioni perchè
spediscano i loro rilievi in termine di non so quanti giorni, ma pochi.
Al principio del nuovo anno si crede che si porrà in attività. Scrivesti
che Bunsen passerebbe di qui: se sapessi il giorno preciso, vorresti che
mi gli presentassi io, o Babbo in tuo nome, con una tua lettera?
1180. |
Di Gian Pietro Vieusseux. |
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[s.d., ma Firenze, fine di novembre 1827] |
Voi mi scuserete col vostro amico di Macerata, mio caro Leopardi,
s’io non fo uso per l’Antologia dei due articoli ch’egli mi ha mandati,
e pei quali ho dovuto pagare L. 3. di porto.1