per me in Parma il poter vostro, nel modo che vi converrà meglio
e che giudicherete opportuno. Che veramente io vi sarei debi-
tore della vita, quando uscissi per mezzo vostro di questa pri-
gione, per venire a vivere al vostro lato.
Spero che il mal di capo dell’Antonietta sia stato passeggero,
e che ella al presente si trovi bene di salute: e non voglio inter-
pretare sinistramente il vostro silenzio circa la salute dell’Ade-
laide e del nostro Ferdinando. Salutatemi carissimamente tutti.
Amatemi e comandatemi, se son buono.
Il vostro aff.'no amico.
1428. |
Di Pietro Colletta. |
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Amico mio
Rispondo tardi alla vostra del 16. perchè giunse in Livorno quando
io era a Varramista (villa bellissima del Marchese Capponi), e non l’ebbi
che al mio ritorno. Si aggiunse, leggendo il foglio, altro motivo di
ritardo; perchè prima di rispondere a Voi ho voluto indagare alcun
modo di rivedervi in Toscana, o nutrirne almeno la speranza. Posso
dirvi che lo spero: quando potrò v’informerò di ogni cosa; ma frat-
tanto ditemi:
Se mancando un impiego conveniente a Voi (so come dovrebbe es-
sere) nella città di Firenze, lo accettereste nella città di Livorno, o Pisa:
E se vi piacerebbe una cattedra di materie, che concerteremmo,
coll’obbligo di due sole lezioni la settimana; ogni lezione durante un’ora
e mezza. Per ben intendermi, ascoltate.
Una società di brava gente vuole fondare in Livorno un Ateneo,
che avesse per principale oggetto la istruzione de’ giovani nelle scienze
ed arti relative al commercio: han disegnato i mezzi, il proseguimento,
11 progresso. Io, richiesto di consigli e di ajuti, ho secondato la buona
idea; e credo che nel novembre di questo anno, o nel gennaio del
vegnente, l’Ateneo possa cominciare i suoi corsi. E credo ancora che
per rispetto al vostro nome, e per l’ambizione di aver Voi maestro in
Livorno, stabilirebbero la cattedra che più vi convenisse, e le condi-
zioni più comode a Voi. Colletta sarebbe il mezzano, la fama del Leo-