nevale; Forti s’immerge sempre più nelle cose storiche; Capei è dispo-
sto ad occuparsi col Niebuhr: tutti vi salutano, e vi vorrebbero a
Firenze.
Vi posso annunziare il matrimonio di mio fratello, con una sviz-
zera, M.lle Monod ed il matrimonio di due miei nipoti - Voi
vedete che il Gabinetto e l’ant." non mancheranno di appoggi quando
sarò andato coi più -. Avete voi nuove del Gioberti da Torino?: se
gli scrivete raccomandategli di far delle premure presso quelli fra suoi
connazionali che sono in stato di comprar l’ant.a; s’egli mi procurerà
cinque nuovi associati, avrà una copia gratis. Da Torino avrò presto
un articolo sul libro del Baldelli:J attivissima sempre è la mia corri-
spondenza col buon Grassi. Addio
Tutto vostro di cuore p[er] la vita
V.
1442. |
A Ferdinando Maestri. |
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Mio carissimo amico.
Mi duole che voi crediate necessario di giustificarvi con me
circa la tardanza della vostra risposta; e più mi duole che la giu-
stificazione consista nel ragguagliarmi di una indisposizione
di salute che avete sofferta. Vi raccomando caldamente questa
salute vostra, che mi è preziosa quanto quella de’ miei più cari,
de’ quali voi siete uno. In questo intervallo di tempo, cioè dopo
scritta l’ultima mia, ho ricevuto da Livorno alcune proposizioni,
ed altre da Firenze, le quali potrebbero portare ch’io andassi
a stabilirmi nell’uno di quei due luoghi. Colla maggior verità
del mondo vi dico che i vantaggi di tali luoghi come città più
grandi, non potrebbero fare ch’io anteponessi quel soggiorno
a quello di Parma, dove la compagnia vostra e de’ vostri (cre-
detemi, che dico questo sincerissimamente) mi chiama e mi tira
con una forza, che vincerebbe ogni considerazione di piaceri
e di comodi ch’io fossi per trovare altrove. Ma la ragion del
clima, perchè vi confesso che il pensiero dell’inverno di Parma