tera mi giunse in villa soltanto jeri che era il Sabato, cioè il giorno
che ella aspettava in Firenze la risposta: perdoni dunque la colpa, che-
pure è della mala fortuna. Scrivendo al Giordani me lo riverisca, r
qualche volta mi dia notizie della salute di Lei, e de’ suoi studi, chi-
mi farà cosa carissima.
Suo devmo Serv.e ed Amico Paolo Costa |
1868. |
A Giuseppe Manuzzi. |
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Pregiatissimo amico, Io partirò da Firenze fra otto o dieci
giorni al più. Prima di partire avrei desiderato molto di rive-
derla, e molto le avrei parlato delle sue belle iscrizioni. Non
isperando di poterlo fare a voce, glie ne rendo grazie infinite
per iscritto, e con questa occasione la prego a voler vedere che
il Passigli mi mandi prima della mia partenza la piccola somma
dei quindici o venti zecchini ch’io gli chiesi in compenso del
noto manuscritto;2 la quale, partito ch’io fossi, difficilmente
o in nessun modo riscuoterei. Avrò questa cosa da lei per gran
favore; e vicendevolmente desidero ch’ella mi adoperi ora e sem-
pre dovunque io vaglia a servirla. E con tutto il cuore la saluto
e l’abbraccio.
1869. |
A Monaldo Leopardi. |
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Firenze 1 Settembre 1833. |
Mio caro Papà. Alla mia salute, che non fu mai così rovi-
nata come ora, avendomi i medici consigliato come sommo rime-
dio l’aria di Napoli, un mio amicissimo1 che parte a quella
volta ha tanto insistito per condurmi seco nel suo legno ch’io