Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/130

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ANNO 18X7 - LETTERE 53-51 97 E mi scordava che se egli era Michel Angelo io sono Calandrino; oltreché la stretta necessità d’imitare, o meglio di copiare e di rimuovere dal componimento l’aria di robusto e originale, perché come un velo rado rado, anzi una rete soprapposta all’immaginario testo, ne lasciasse vedere tutti i muscoli ei lineamenti, e in somma lo lasciasse pressoché nudo a fine d’ingannare, m’impastoiò e rallentò per modo la mente, che senza dubbio io ho fatto tutt’altro che poesia.1 Avrei caro di sapere che cosa Ella pensi dell’Inno e delle due Odi, e che cosa se ne pensi costi, perché io tra le altre fortune ho quella di fare stampare le cose mie e non saper mai che cosa se ne dica: se piacciano se non piacciano, se si stimino mediocri se pessime, in guisa che un mio libro stampato è per me come se fosse manoscritto; se non che cosi è senza errori di scrittura, e stampato ne formica, perché io per la distanza non posso presiedere alla stampa. E in verità i 54 spropositi di cui hanno ornato 2 il mio libretto m’hanno fatto arrossire pel povero onor mio, e m’hanno disgustato gravemente. Né io avrei mai dato il mio manoscritto allo Stella perché me lo crocifiggesse fra quelle tante schifezze del suo Giornale,3 se egli non mi avesse promesso a chiare note di farne fare al tempo stesso un’altra edizione da parte, la quale poi si risolverà in nonnulla.4 Ma nel dubbio, perché egli non abbia a soffrir danno per cagion mia, se la frode costi è nota comunemente (come credo che sia, perché questi artifizi sanno di stantio e non fanno più effetto) non accade altro; se no, vorrei che Ella si contentasse di non manifestarla per ora, che le sarà facile, perché niuno si curerà parlare di quella miseria. Avrà notato nelle Odi fra gli altri errori Hlg per Eig, 6 óÒovq os per óóovg re, Po Aio r per Ilofoòv, ilàv xò per UàvTu. Non dovrei desiderare che Ella mi conoscesse di persona, perché certo mi troverà minore assai che forse non pensa: ma io tanto veramente e grandemente la amo che mi fa dare in pazzie il solo pensare che l’anno vegnente, se la speranza oh’Ella mi ha dato non è vana, 10 vedrò Lei e le parlerò. E parimente non dovrei desiderare che una persona che amo tanto venisse a cercar tedio e nausea per me; ma tutte queste considerazioni non possono fare che io non Io desideri caldamente, anzi la preghi quanto posso che meni ad effetto 11 suo pio disegno. La dozzina mi piglierò cura di trovargliela io, e credo che quanto alVamorevolezza degli Ospiti Ella non istarà 1 Cfr. lettera 24, p. 48, uota J. 2 Nella copia era stato scritto «fregiato, abbellito» poi cancellati per mano di G. e sostituiti da «ornato».

  • Continuano i biasimi aperti di G. allo Spettatore.

4 Contrariamente a questa pessimistica previsione di G., la 2“ edizione dell ’Inno, corretta, fu dallo Stella eseguita (cfr. lett. 50, p. 00 e sg.; elett. 53). 7. - LEOPARDI. Epistolario. T.