Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/199

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EPISTOLARIO che si sia portato peggio che da pedante, perché quando un pedante suda sopra un’opera cattiva, o non vede quello che gli altri vedono, e si persuade che quella che non vale a niente, vaglia a qualche cosa; o, anche persuaso che non vaglia, si sforza di persuadere agli altri che vaglia; o alla più trista non confessa quello che è. Pigliarsi poi formalmente l’assunto di provare che quella tale opera non abbia nessun pregio, dire in sostanza a chiare note: «Eccovi, o lettori, un libro immeritevole che voi gli diate un’occhiata, il quale ho fatto che si ristampasse correttamente ridottolo con molto studio in buon ordine», e cose simili; questo non si può chiamare altro che pazzia. Se non ch’egli mi potrebbe rispondere che quella razza di fatica ch’egli ha fatto sta molto bene a un libro da niente, anzi non ad altro ch’a un libro da niente poteva essere adattata.1 Ma io già nel mettermi a scrivere ho deliberato d’esser breve, sapendo quante occupazioni la circondino, le quali con ragione mi fo coscienza di sturbare, considerando come sien utili. Non però tralascio di ringraziarla della memoria che ha voluto far di me, come anche della cura che si è presa pel Senofonte, ch’è proprio quale io desiderava. Séguiti ad avermi per suo, ed anche, se non mi crede inetto a qualunque cosa, provi di darmi qualche comando, ché troverà molti più capaci, ma nessuno più volenteroso di servirla che il suo devotissimo e gratissimo servo. 1/S&. Ad A. F. Stella. - Milano.2 Repanati 27 Marzo 1818. Stimatissimo Signore. Le spedisco per la posta sotto fascia e involtata in carta stampata la prima parte di un Discorso sopra le Osservazioni del Cavaliere Lodovico di Breme intorno alla poesia moderna, pubblicate nel di Lei Spettatore,3 Ella che bene intende, 1 Del Niebuhr e degli altri «cani stranieri» il L. farà pili tardi giudizio o stima ben diversi, nel riguardo scientifico e nel letterario; salvo forse a mostrarsi di nuovo aspro verso ili essi nel riguardo patriottico, come si vede nei Paralipomeni. - Dall’autografo, nella Biblioteca comunale di Recanati. 3 Non ostante che G. avesse nella lett. 78, dei 26 settembre’17,»giurato» al Giordani di non mandar più allo Spettatore sillaba del suo, si vede ora cho non aveva esitato a spergiurare, di nuovo, come del resto aveva fin d’allora dubitato di dover fare, «essendo pure una cosa comoda quell’avere un giornale a sua posta». Se non che, non sappiamo per qual ragione, questo Discorso del L. non comparve nello Spettatore; e rimase inedito finché non fu pubblicato nel 1910 tra gli Scritti vari inaliti più volte citati, col titolo che il L. gli diede dopo che, avendo rinunziato provvisoriamente alla pubblicazione, lo ebbe ampliato e rimaneggiato; cioè Discorso di un Italiano intorno alla poesia romantica. Mette conto riferire, a maggior chiarimento, VAvverti