Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/21

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XXII INTRODUZIONE fino all’ultimo numerosi errori, e non solo di grafia e d’interpunzione, ma spesso anche di lezione e di senso, ho preso l’eroico partito non solo di riscontrare personalmente su tutti gli autografi ed apografi che ho potuto avere sott’occhi (e sono stati la massima parte), e di far riscontrare a persone non meno cólte che cortesi su quelli che non mi è stato possibile vedere, le lettere del Leopardi esistenti in vari luoghi; ma anche di riscontrare a una a una le lettere de’ corrispondenti già pubblicate,1 e di trascrivere fedelmente di mio pugno tutte le altre numerosissime che sono nella Nazionale di Napoli. Quest’ultimo lavoro essendo stato da me compiuto molto tempo innanzi alla ricordata pubblicazione dei fratelli Bresciano, assumo su di me la piena responsabilità della trascrizione, tutte le volte che questa possa discordare dal testo di quella stampa. 11 medesimo dico delle altre notevoli differenze fra il testo da me dato e quello delle lettere pubblicate negli Scritti vari inediti, e nel citato Supplemento del Giornale storico della letteratura italiana. Serva questa mia affermazione ad evitare l’ingombro fastidioso di singole avvertenze e raffronti. Alla quale affermazione devo tuttavia soggiungere la dichiarazione che, pur conservando in generale le peculiarità ortografiche e grammaticali di ciascuno scrivente, anche se non sempre conformi alle buone regole, per lasciarne intatta la forma mentis, che pur da tali segni (in quanto non derivino solo dalla moda del tempo, ma si dall’indole della persona) può intrawedersi; non ho dubitato portare deliberatamente qualche leggera modificazione specie nella grafia e punteggiatura, quando ciò poteva render più agevole e chiara la lettura, e togliere molte lettere maiuscole punto necessarie; come nell’uso degli accenti mi sono attenuto a quello ormai invalso in quasi tutte le buone stampe italiane. 1 Intendo sognatamente quelle dei Parenti e quello contenute noi III volumo dell’Epistolario, i cui autografi furon da G. lasciati nell’archivio di casa Leopardi. Questa notizia generale della fonte valga, una volta per tutte, a risparmiarne a me e ai lettori la ripetizione per ogni singola lettera.