Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/239

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EPISTOLARIO qualch’altro tempo costi. A me non conviene ¡1 simular con voi, ed ho l’obbligo e il diritto di parlarvi la verità. Voi avete per la vostra giovanile età cognizioni infinite di lingue classiche, di letteratura, di erudizione, e di cose antiche. Ma possedete la storia della Chiesa, degl’Imperi, delle Arti, delle Scienze? Avete sviscerati i grandi Scrittori della Francia e dell’Inghilterra? Avete approfondate lo teorie del gusto e del bello secondo i Batteux, i Blair, i Condillac, i Laharpe etc. per poter girare uno sguardo sicuro sui vasti campi della amena letteratura? — Voi avete fatto un corso di Filosofia, ma so non lo rifate secondo i principj più saldi dei moderni pensatori appruovati, specialmente nella Fisica,.Metafisica ed Etica, voi non poteto diro di conoscere Filosofia, e senza questa il grande Erudito non può esser mai un vero Letterato. Ma voi dovete conoscere ancora e farvi propri i principali teoremi della Teologia, del Dritto delle Genti, e dell’Economia pubblica, non che delle leggi Civili e Canoniche, giacché un uomo di Lettere privo di questi sussidi, potrà essere un erudito, un traduttore, compilatore e glossatore, ma non diverrà mai quell’uomo, le di cui opere meritino di galleggiare sopra le onde del tempo, che continuamente ingoiano tanto migliaia di mediocri produzioni. A coltivar di proposito questi studj vi è assai più opportuno il tranquillo ritiro della casa paterna, che il divagante soggiorno di Roma, tanto più che dovreste associarvi il fratello Carlo: e se avete saputo senza maestro divenire egregi, voi nell’arido e laboriosissimo studio «Ielle Lingue Ebraica e Greca, egli nella francese ed inglese, molto più diverrete tali nei nobilissimi ed amenissimi studi da me indicativi, e per i quali la bella biblioteca dell’ottimo vostro Genitore vi offre i soccorsi necessari. Voi siete poi nella persuasione, che per trovarvi in codesta piccola città, siano riuscite vane tutte le vostre fatiche letterarie ad acquistarvi quella fama, che in Roma avreste potuto acquistare; e siete puro in gravissimo errore. Sono qui in Roma moltissimi Soggetti che fuori di Roma non si conoscono, e die in Roma, benché conosciuti, son poco valutati, i quali colle stampe e collo recito pomposo nelle letterarie adunanze si sono mostrati valenti Poeti, Eruditi, e Critici. In questa folla di non celebrati Celebri, verreste a perdorvi ancor voi, se vi trovaste in Roma, perché può applicarsi anche alla rinomanza letteraria la sentenza di Tacito «esser tanto più rispettata l’autorità quanto è più lontana dalla nostra vista». All’opposto, per esser voi in una piccola città, d’onde non sfolgora alcun raggio di luce scientifica, e dove non vi fa guerra l’altrui competenza, avete ottenuti elogj in qualche giornale lontano, e si legge di voi in una recentissima stampa dell’Àb.® Cancellieri, diretta a Mons.* Caleagnini, in una nota richiamata dal nome di Monti, il seguente significantissimo encomio: n II Principe dei nostri Poeti merita gli omaggi ed il culto di tutti gli altri. Ora ho avuta la compiacenza di essere incaricato dal Ch. Sig.r C.*e Giacomo Leopardi di Recanati, Fenice dell’età nostra, da me celebrato negli Uomini di gran memoria, p. 88, di accudire alla stampa di due nobilissime sue Canzoni sull’Italia, e sul Monumento di Dante che si prepara in Firenze, dedicate al suo gloriosissimo nome». Credete voi, caro Nepote, che mettendovi qui cosi presto a contatto cogli altri letterati, veniste da loro dichiarato» la Fenice dell’età nostra " subito che arrivaste quà senza esser fornito di quelle cognizioni che vi ho suggerito di farvi proprie nel placido e beato ritiro della casa paterna? Lasciatemi parlare ancora con più chiarezza. Voi nel coltivare a«sai Io spirito, avete estremamente trascurato il corpo, e vi sarebbe a temere qui lo stesso giudizio portato già dagli Egiziani allorché viddero il famoso Agesilao. Ma non solo il corpo avete troppo trascurato, bensì