Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/246

Da Wikisource.

ANNO 1819 - LETTERE 141-110 211 vale assai pili di tutte le numerose fanfaluche, da me pubblicate. Ma non omnia posmmus ornnes, e non a tutti è concesso un talento straordinario e sublime come il suo, e la forza di spiccare de’ voli cosi alti e inarrivabili.i Beata Lei, che in si fresca età può emulare le glorie de’ più provetti e consumati scrittori, in versi ed in prosa, in latino ed in greco, non men che nell’italiano! Io sarò sempre imo de’ suoi più appassionati ammiratori e panegiristi, e mi augurerò sempre nuove occasioni di convincerla dell’altissima stima, pieno di cui, ringraziandola senza fine della dozzina di copie delle sue Odi, che mi permette di ritenermi, mi pregio di professarmi di Lei Veneratissimo Sig.r Conte D.mo Obbl.mo Servitore Veneratissimo Signore Padrone ed Amico. Alla sua gentilissima dei 9 del passato risposi immediatamente il 14 dello stesso,3 ringraziandola come seppi di tanta cortesia, e pregandola che del noto manoscritto volesse fare stampare trecento copie, delle quali una mezza dozzina in carta cerulea, e fare che si legassero in carta gialla o simile. Non vedendo riscontro, temo forte che la mia lettera non sia smarrita per uno degli errori di posta tanto ordinari, particolarmente nelle lettere di questo povero paese, dove si può dire con piena verità che commettendo qualunque oggetto alla posta con qualunque direzione, si commettono intieramente al caso. Ora perché mi dorrebbe soprammodo ch’Ella dovesse stimarmi cosi negligente e inurbano da lasciare per si lungo tempo senza risposta una lettera tanto cortese, per questo solo motivo torno a scriverle, e ripeto quello che le diceva nell’altra mia, che eccetto dodici copie, le quali prendo ardire di supplicarla che voglia accettare per un minimo contrassegno della mia vivissima gratitudine, non guardando alla viltà del dono, le altre mi farà grazia ordinando che si consegnino nel Collegio Capranica al Vicerettore sig. P. Natanaele Fucili,4 al quale ne scriverò. Ma temendo Lei, e temendo io parimente che la stampa non incontri opposizione per parte della Censura,5 la prego che venendo impedita, o volendosi alterare in qualunque minima cosa il manoscritto, si compiaccia di spedirlo direttamente per la posta sotto fascia al sig. Pietro Giordani a Piacenza. 1 Bisogna pur credere che, anche facendo una bella tara a queste lodi e proteste, il buon Abate sentisse per G. stima e ammirazione veraci. 2 Da una copia, tratta dall’autografo a cura di C. Antona-Tkavebsi, e conservata dal p. C. Benedettucci. 3 Questa lettera manca, sebbene dovè giungere al Cancellieri. 4 La dimestichezza dei Leopardi col Fucili faceva si che G. pregasse il Cancellieri di consegnargli l’involto delle copie per ¡spedirle a Recanati, senza nemmeno preavvisarlo, come tuttavia dice di voler fare. 8 Cfr. lett. 139 principio e 141 paragrafo 2°. A Francesco Cancellieri. - li orna.2 Recanati 8 Gennaio 1819.