Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/282

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ANNO 18HI • LKTTERE 171-17» 247 Oh quanto io sospiro per voi! ma che vale? Non vi parlerò ancora delle vostre canzoni, avenaovene parlato nelle altre tre lettere: benché vi giuro che né la gente finisce mai di ammirale, né io potrei finire se volessi ripetere tutto quello elio se ne dice. Ma voi non avete bisogno che vi si dica quello clic sapete faro: avreste bisogno che vi si desse mezzi e libertà di fare. Ma questo donde lo prcnderem noi? oh dio! Vi supplico, se mai (che appena lo credo) io manco di vostre lettere perché voi non ini scrivete, per pietà interrompete questo silenzio almeno con una riga: perché non posso pensare che voi mi disamiate: non vorrei pensare che non ¡stiate bene; e allora pur Carlino dovrebbe darmi un cenno. Penso tutto il mal possibile delle poste: ma questo pensiero non vale ad altro che ad arrabbiare. Il Brighenti mi scrive da Bologna d’avervi spedito il mio Innocenzo, raccomandato non so a qual corriere, che gliene promise particolar cura. Ricordate la mia servitù al papà e alla mamma. Salutatemi caramente Paolina, abbracciatevi per me con Carlino; e vogliatemi bene, e per carità scrivetemi. Addio carissimo, addio con tutta quanta l’anima: addio. —P72. A Francesco Cassi. - Pesaro.1 Recanati 16 Marzo 1819. Carissimo cugino. Non fidandomi in nessun conto della posta, ho aspettato lungo tempo che misi offrisse un’occasione di mandarvi il libricciuolo2 che sarà con questa presente. Ma non essendosi mai data, non ho voluto dal canto mio perder questa opportunità di ridurmi alla vostra memoria; e perciò vi scrivo rassegnandomi, secondo il consueto delle nostre lepidissime poste, a non saper mai che cosa sia succeduto né della lettera né della stampa. Caso che questa vi capitasse, abbiatela insieme col libricciuolo per segno di confidenza, e nel leggere i miei poveri versi, se volete arrivare al fine, abbiate più riguardo all’amicizia che al merito loro. 1J3". A Pietro Brighenti. - Bologna,8 Recanati 15 Marzo 1819. Stimatissimo Signore. Risposi il 26 del passato 4 alla sua gentilissima dei 17.5 Ma dall’altra sua dei 3 6 del corrente m’avvedo ch’Ella non ha ricevuto la mia, la qual cosa non mi fa maraviglia, giacché delle lettere che partono di qui per costà, sono molto più rare quelle che hanno buon recapito, di quelle che si perdono: bensì mi duole assai, non sapendo come far giungere a V. S. i miei 1 La minuta autografa fu da Paolina mandata al conte Pompeo Gherardi di Fano, ai 27 aprile ’54. 2 Sempre le Canzoni. 3 Pubblicata primamente nel voi. Lettere ined. cit., Lapi, 1888. 4 Questa lettera di G. manca. 5 È al num. 160. 0 al num. 107.