Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/285

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250 EPISTOLARIO con aei copie de’ miei versi, e una in carta fina, speditovi tempo fa con una buona occasione,1 perciò vi prego che ricevendole, troviate mozzo di farne avere una aU’Arici. In somma quei poveri versi non sono arrivati, oltre al Mai, so non al Monti, al Grassi che mi risponde con tutta gentilezza,2 e ni Niccolini che mi risponde umanamente, ma in quel modo ch’io credo che scriverebbe il mio fratellino piccolo; 3 e però vorrei che mi diceste se Giambattista Niccolini fiorentino che pubblicò uno o due anni addietro la versione dei Sette a Tebe d’Eschilo sia quel Segretario dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, giacché temo forte dessermi sbagliato, mentre voi non mi dicevate il nome. Il Borghesi e il Perticari m’hanno risposto molto cortesemente,4 e dato indizio d’avere avuto lettere vostre in mio favore. E quanto al Perticari, mi esorta a mandargli articoli pel suo Giornale Arcadico. Già questa, o mio caro, è stralunga, e avrete poi la giunta della mia dei 19, che dovrà certamente annoiarvi, e però credo che di buon cuore mi perdonerete, se neppur questa volta vi scrivo de’ miei disegni d’opere in prosa. Sto dietro a considerare YEusebio dèi Mai giuntomi poco fa, c ci trovo una gran mèsse d’osservazioncello che vorrei disporre in una lettera su questo particolare.5 E dovrebb’essoro compagna di quella sul Dionigi, di due sul Frontone, l’una letteraria già cominciata e l’altra critica, e di una sul resto delle scoperte del Mai.6 Con tutti questi disegni e cogli altri molti che ho in testa, io sono un poltrone che perdo mezza giornata in dormire,7 e volendo (come vorrei) scrivere un articolo sul vostro Discorso da mandarlo al Perticari,8 vi so dir che il tempo mi vien proprio meno. Mio carissimo, vogliatemi bene, ch’io ve ne voglio infinito, e cosi Carlo. Mio padre, mia madre e Paolina vi risalutano di tutto cuore. Manderò, secondo che mi dite, al Brighenti un involto delle Canzoni; e quanto al danaio, mi giunga o no, poco monta. Addio mio carissimo, e v’abbraccio tenerissimamente. Addio, addio. 1 Forse per mezzo del Minucelli di Verona. - La lettera del Grassi manca. 3 È la lett. 166.

  • Anche le lettore dì questi mancano. Ch’esse siano state stralciato poi

dal protocollo epistolare di G., insieme con qualche altra mancante, por donarle alla Fanny Targioni che faceva incetta d’autografi? 5 Ecco un altro accenno allo Osservazioni eusebiane, che fin d’ora G. meditava. «Cfr. lett. 102, p. 161, nota 3. 1 Evidente esagerazione. 8 Cfr. lett. 160, p. 230, nota 4; e 170, p. 245, noti. 2. Invece dell’articolo di G., sul Giornale Arcadico (tomo II dell’aprile-maggio-giugno ’19) comparve una recensione anonima dol discorso giordaniano sul Francucci, la quale rilevando in ispecial modo l’eloquenza, l’erudizione e la filosofia dell’autore, finisco naturalmente con lodi superlative.