Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/129

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65 — manica ? Come stai volentieri in cima dei minareti ? Che ti pare della festa del bairam ? LUN. Va pure avanti ; che mentre seguiti cosi, non ho cagione di risponderti, e di mancare al silenzio mio solito. Se hai caro d’intrattenerti in ciance, e non trovi altre 5 materie che queste ; in cambio di voltarti a me, che non ti posso intendere, sarà meglio che ti facci fabbricare dagli uomini un altro pianeta da girartisi intorno, che sia composto e abitato alla tua maniera. Tu non sai parlare altro che d’uomini e di cani e di cose simili, delle quali ho tanta IO notizia, quanta di quel sole grande grande, intorno al quale odo che giri il nostro sole. TER. Veramente, più che io propongo, nel favellarti, di astenermi da toccare le cose proprie, meno mi vien fatto. Ma da ora innanzi ci avrò più cura. Dimmi : sei tu 15 che ti pigli spasso a tirarmi 1’ acqua del mare in alto, e poi lasciarla cadere ? LUN. Può essere. Ma posto che io ti faccia cotesto o qualunque altro effetto, io non mi avveggo di fartelo : come tu similmente, per quello che io penso, non ti accorgi di 20 molti effetti che fai qui ; che debbono essere tanto maggiori de’ miei, quanto tu mi vinci di grandezza e di forza. Ter. Di cotesti effetti veramente io non so altro se non che di tanto in tanto io levo a te la luce del sole, e fv 3 F Va’ — AMF ché — AM séguiti — 6 A queste, — 10 AM di uomini — AMF e simili cose — 1 1 AM intorno a cui gira il nostro sole, secondo che io sento dire a certi che non lo sanno — 13 A Veramente — AM favellarti — 18 AM questo — 19 A fartelo, — 23 AM questi 1-2 de'minareti? L’ultimo bairam che riuscita ha fatto? — 3 innanzi — chè mentre tu séguiti in questo modo, non mi bisogna tralasciare il [io non sono sforzata di, non mi sforzi a] — 9 non favelli d'altro che uon ini e cani — 14 d astenermi — e meno — 19 m* avveggo — 20 t’ accorgi — 24 di tempo in tempo Leopardi