Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/171

Da Wikisource.

107 - infermità, mali per lui nuovi o disusati, e infelicità maggiore che egli non suole (come se la vita umana non fosse bastevolmente misera per l’ordinario); tu non hai dato c . all* uomo, per compensamelo, alcuni tempi di sanità soprab- bondante a inusitata, la quale gli sia cagione dT~qiiatcKc 5 diletto straordinario per qualità e per grandezza. Ne* paesi coperti per lo più di nevi, io sono stato per accecare: come interviene ordinariamente a: Lapponi nella loro patria. Dal sole e dall’ aria, cose vitali, anzi necessarie alla nostra vita, e però da non potersi fuggire, siamo ingiuriati di con- 10 tinuo: da questa colla umidità, colla rigidezza, e con altre disposizioni ; da quello col calore, e colla stessa luce : tanto che 1’ uomo non può mai senza qualche maggiore o minore incomodità o danno, starsene esposto all’ una o all* altro di loro. In fine, io non mi ricordo aver passato un giorno solo 15 della vita senza quajche pena; laddove io non posso numerare quelli che ho consumati senza pure un’ ombra di godi- . mento: m^ avveggo che tanto ci è destinato e necessario il u patire, quanto il non godere : tanto impossibile il viver quieto in qual si sia modo, quanto il vivere inquieto senza miseria: e mi risolvo a conchiudere che tu sei n^mira &rn- perta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere ' tue ; che ora c’ insidii ora ci minacci ora ci assalti ora ci j pungi ora ci percuoti ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti ; e che, per costume e per instituto, sei carnefice 25 2 N come la — 7 A nevi — Il A continuo, — 12 A disposizioni. — luce; — 14 AMF o noia — 16 AMF qualche travaglio — 22 A uomini — animali — 25 A che — AMF e instituto — la carnefice 1 e maggiori che [magg. infelicità] — 2-3 senza la parentesi — 4-5 d'insolito ben essere corporale — 6 grandezza, ed altrimenti incognito. In fine io non mi ricordo — 13 non mai — 16 di tutta (la vita) — 18 m' avveggo — 20 qualunque modo —