Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/186

Da Wikisource.

122 — CAPITOLO TERZO. Si è veduto già quanto pochi avranno facoltà di ammirarti quando sarai giunto a quell’ eccellenza che ti proponi. Ora avverti che più d’ un impedimento si può frapporre 5 anco a questi pochi, che non facciano degno concetto del tuo valore, benché ne veggano i segni. Non è dubbio alcuno, che gli scritti eloquenti o poetici, di qualsivoglia sorta, non tanto si giudicano dalle loro qualità in se medesime, quanto dall’ effetto che essi fanno nell’ animo di chi 10 legge. In modo che il lettore nel farne giudizio, li considera più, per cosi dire, in se proprio, che in loro stessi. Di qui nasce, che gli uomini naturalmente tardi e freddi di cuore e d’ immaginazione, ancorché dotati di buon discorso, di molto acume d’ ingegno, e di dottrina non mediocre, 15 sono quasi al tutto inabili a sentenziare convenientemente sopra tali scritti; non potendo in parte alcuna immedesimare 1’ animo proprio con quello dello scrittore ; ,e ordinariamente dentro di se li disprezzano ; perché leggendoli, e conoscendoli ancora per famosissimi, non iscuoprono la causa 20 della loro fama; come quelli a cui non perviene da lettura tale alcun moto, alcun’ immagine, e quindi alcun diletto notabile. Ora, a quegli stessi che da natura sono disposti e pronti a ricevere e a rinnovellare in se qualunque imma- 3 AMF quella — 4 AMF uno — 7 A alcuno che — portici di — 8 A torta non — 9 medesime — 10 giudizio — 11 A proprio — 12 A nasce — 18 A ditprezzano, — 20 A fama, — 21 AMFN alcuna — 22 A ora —- 23 AMF e rinnovellare 2 S' è — 3 lu sarai — 5 giudizio — 6 eziandio che — 12-13 cuore, ancorché — 14 di mente — 16 scritti, perché leggendo [e ordinariamente ira se — 18 fra te — 19 cagione —■ 20 quelli che non ricevono alcuna passione dalla lettura — 21 vcrun — 22 quelli stesti — 23 dispottittimi a concepire e 1 — 123