Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/406

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Pag. 142, 12-15 - In una postilla marginale a q. 1. l’Autore nell’autografo rimandava a « THOMAS, Éloge de Descartes, not. 22, pag. 143 e pag. 37 ». Nella nota 22 del Thomas (Iverdon, 1765, p. 171) si può infatti indicare la fonte di questo passo: « La Géometrie de D. parut en 1637 avec le Traité de la méthode, son traité des Météores et sa Dioptrique.... La Géométrie étoit si fort audessus de son siècle, qu’il n’y avoit réellement que très peu d’hommes en état de l’entendre. C'est ce qui arriva depuis à Newton; c’est ce qui arrive à presque tous les grands hommes. Il faut que leur siècle coure après eux pour les atteindre ». A pag. 46 : « 11 falloit une méthode plu: rapide. Il falloit un instrument qui élevât la Géométrie à une hauteur d'où il pût dominer sur toutes les opérations, et sans fatiguer sa vie, voir d’ coup d'oeil ses espaces immenses ss resserrer comme en un point. Cet instrument c’est Descartes qui l'a créé: c’est l'application de l’algèbre à la géométrie », Pag. 143,2- Restaurazione della civiltà, dopo la barbarie medie* vale, fu detto il Rinascimento. APPIANO BUONAFEDE (nel 1785, sotto il nome di Agatopisto Cronnziano) intitolò una sua opera: Della restaurazione di ogni filosofia nei secoli XVI, XVII e XVIII. Pag. 146, 3 - Cfr. ORAZIO, Od. IV, 3 : « Monstror digito praetereuntium Romanae fidìcen lyrae », e PERSIO, Sat. I, 28: « At pulchrum est digito monstrari, et dicier : hic est ». Pag. 147, IO - Cfr. Proemio, pp. X-XI. Bosisio, come tutti sanno, è il paesello natale del Parini. Pag. 147,20 - Cfr. le Ricordanze, v. 28 ss. Pag. 150, 3 - Anche nel Parini ricorre questa reminiscenza petrarchesca ; dove (nel serm. Lo studio) dice : « Vanne, Filosofia, povera e smorta ; | Ma fa che il tuo baston giammai non batta | Allo sportel d'un’elevata porta ». Il sentimento, però, evidente.nente, è diversissimo. Pag 151 15 - Simonide (d'Amorgo? cfr. G. FRACCAROLI, I lirici greci: Elegia e Giambo, pp. 66-7), il cui frammento il L. tradusse poi, o p uttosto imitò, per intero nell* edizione napoletana dei Canti (1835) al n. XXXVIII, e leggrsi dopo di allora in tutte le edizioni delle poesie leopardiane. Furono indicate a su > luogo le varianti tra la lezione di questi versi qual’è nelle varie edizioni delle Operette e qual'è invece nei Canti,; ma è inesatto che, com« altri ha asterilo, la letione dei Canti sia quella definitivamente preferita dall'Autore ; perché questi alla stampa napoletana dei Canti fece seguire nel ’35 il primo volume delle Operette, dov* è il Patini; e qui non adottò la lezione d-:i Canti. I versi, come sono nell'edizione milanese dei'27, furono anche pubblicati dall’editore Fortunato Stella nel. suo Corriere delle dame, a 1827, n. 45, 10 novembre, pag 358, col titolo La Speranza