Pagina:Leopardi - Puerili e abbozzi vari, Laterza, 1924.djvu/19

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i. versi italiani 13

25con la debole destra, e in meste voci
cosi l’affanno ed il dolore esprime.
     — Giorno fatal!... terribil giorno! è questo
quel di ferale in cui profonda e nera
oscura tomba... oh Dio!... l’ossa rinchiuse
30del fido Tirsi: omai di sette lune
scorse il giro dacché funesta notte
a lui gli occhi ingombrò; gelida salma
ei giacque in preda a cruda morte acerba,
e il petto offrì de la tremenda falce
35a l’impeto fatale, al colpo orrendo...
Terribil colpo che atterrò, trafisse
un amico fedele e seco al suolo,
barbaro, stese la tranquilla pace
d’un misero pastor. Con lui sepolta
40la mia gioia sen giace, e sol compagno
m’è ne l’acerbo duolo il lutto e il pianto.
Misero amico! o più diletta parte
de l’afflitto mio cor! Dunque per sempre
giacer ten devi ne l’eterno sonno,
45né più potremo con verace affetto
darci di fido amor pegni sinceri?
Sventurato Damon!... Tirsi infelice!...
Barbara morte! — E in così dir, dagli occhi
sgorgano a rivi ad irrigar le gote
50lacrime di dolor: mesto ed afflitto
ei tace e in petto affoga il crudo affanno.
Ma già la notte il tenebroso manto
d’ogni intorno stendea; di già dal cielo
fulgidi risplendean gli astri lucenti;
55al tremolante suo pallido lume
l’argenteo cocchio per l’eteree vie
Cintia guidava, e l’atro velo oscuro,
che d’ogni parte ottenebrava il mondo,
rompea benigna, e la riflessa imago
60ne’ chiari fonti contemplava, e tutta