Pagina:Lettera di Sacerdote Sanese (Anonimo).djvu/24

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luce a quella Piazza: Faceva ancora bella, e luminosa pompa di se il Campanile, non tanto per l’abbondanza de’ lumi, quanto per que’ globi luminosi, che con maestosa disposizione pendevano dalle cantonate. Similmente vedevasi illuminato con cera il Palazzo dell’Opera, che resta contiguo all’altra parte della Facciata.

Posto è, come ben vi ricorderete, rimpetto al Duomo il nostro grande Spedale di Santa Maria della Scala, governato presentemente dal piissimo zelo, ed indefessa vigilanza del Sig. Rettore Antonio Ugolini Cavaliere del vostr’Ordine, il quale spendendo della delicatezza del suo gusto, come l’ha saputa con plauso universale impiegare a vantaggio de’ poveri Infermi, così ha voluto manifestarla in una gentilissima non meno, che generosa illuminazione alla romana per quel lungo tratto di strada, che occupa la Chiesa, il suo Palazzo, e lo Spedale. Godevansi pure in questa Piazza del Duomo le due facciate del Palazzo di S. A. R. illuminato con Torce Veneziane da questo Pubblico.

Intanto passata la Serenissima per Piazza, venne una gran parte di quel Popolo per le strade più compendiose al Duomo, non tanto per meglio quivi soddisfarsi in vedere la tanto sospirata Signora, quanto per render grazie all’Onnipotente Iddio, che l’abbia con prosperità di viaggio condotta al governo di questa Città, e Stato.

A me però con pochi più riuscì entrare intempestivamente in Duomo, e con maggior quiete ammirare il genio splendido unito al buon gusto del Sig. Rettore; e per poterlo ancor voi partecipare, rammentatevi della costituzione di questo bellissimo Tempio, e del nobilissimo Cornicione, che fa nicchia a’ Busti de’ Sommi

 
 
Roma-