Pagina:Lettera di Sacerdote Sanese (Anonimo).djvu/8

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seguirono animosamente il lor bello, e nobil disegno; e per poterlo ultimare, domandarono a’ Collegj, Università, Contrade, ed Arti tutta quell’assistenza, che a loro si rendeva e più facile, e meno gravosa: Ed in fatti chi ha contribuito in denaro, chi in Cera, chi in candeli, altri colle manifatture proprie della lor’Arte, talmente che si sono uniti gli animi di tutti a sì bell’opra, e molti hanno sacrificato volentieri nel poco che hanno contribuito il loro misero tutto; ma ciò non bastando per tirare a fine il loro disegno, ritagliato al meglio, che sia stato possibile sulla misera contingenza de’ tempi, pregarono quel resto della Nobiltà, Cittadini, ed Artigiani, che non avevano le loro Case nella Strada dell’Ingresso, che volessero contribuire a misura delle loro forze, o in denaro, o Torce, o Candeli, ò altro per illuminare quelle molte Case di miserabili, che sono nel lungo tratto della Strada dell’Ingresso.

Con questi capitali, e molto più coll’indefessa loro vigilanza disposero il tutto per la sera del sospirato Ingresso, il ritardo del quale, come che prorogava la comune felicità, era a tutti di tal pena, che a gara spedivano voti a MARIA, acciò tolto ogni impedimento, venisse una volta a consegnarci il suo Dono promesso, provandosi in fatti verissimo ciò, che più volte abbiamo tra noi divisato, che le cose grandi si mostrano da lontano, e qualche volta ancora longo tempo avanti, che siino; volendo Iddio, che noi misuriamo il lor prezzo colla lunghezza delle nostre speranze; atteso che per ordinario ciò, ch’è inutile, ò poco giovevole vien presto, e facilmente; ma ciò, ch’è utile, vien lentamente, ed a stento. Io so, che chi dona prontamente, dona due volte; ma so ancora, che i gran Doni non sono mai pagati a dovere colla lunghezza de’ desiderj.

 
 
S’ot-