Pagina:Lettere (Andreini).djvu/311

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LETTERE

essere non sarà men, ch’io v’ami. Vi prego dal Cielo felicità, e prego Amore, che per pietà vi faccia sempre più cruda.


Simili.


N

On vi dolete di me, s’io non vi credo, doletevi di voi, che non volete, che vi sia creduto: non son’io, che sia incredula, siete voi, che dite cose allequali non si dee credere. Voi dite, che una sola di quelle pene, che per me sostenete è molto maggiore di tutte le pene dell’Inferno, laqual cosa essendo incredibile non vi maravigliate se non credo. Dite, che Amore è attione dell’anima, che l’anima è eterna e che eterno ancora sarà l’amore. Confesso, che l’anima è eterna: ma amore cade in lei per accidente, e gli accidenti son mutabili, dunque non essendo credibile, che gli accidenti sieno con l’anima eterni, perche volete voi, ch’io ’l creda? Amore ne gli altri si nutre di speranza, e di vezzi, e voi dite, ch’egli si nutre nel vostro seno di disperatione, e d’asprezze, & essendo questo durissimo à credere, sciocca sarei, se l’ credessi: ogniuno segue (soggiongete voi) il suo bene, e voi solo à voi stesso nemico bramate il vostro male, e lo procurate: ma perche questo non è credibile parimente io non lo credo. Non hà l’amante maggior dolore, che veder la sua donna non creder l’amor suo per mezo delle parole, e delle lagrime; e


voi