Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/43

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58 tina, straripano le divisioni della Strafe-expedition, ubriacate dalla speranza di vino, donne, Milano. È disperata difesa la nostra, allo scoperto, su montagne così arretrate, senza fortificazioni. E deve aver passate giornate orrende sull’Altipiano sopra. Cogollo, dove era già arrivata qualche pattuglia in ricognizione. Ma scrive, sempre calmo, che la prova lo perfeziona moralmente, lo migliora. 84. Cogollo, 24 Maggio ’16. Cara Mamma, «Sono sotto la mia tenda, perchè pioviscola, e non vi sto male. Vi è un calduccio straordinario perchè, come sai, insieme a me vi è Maestri e Tornasi. Come si fa presto l’abitudine a tutto! Mi par quasi che si possa vivere anche senza casa e senza letto. Mi manca ogni comodità, ma non le cose principali. Oggi mi sono fatto la barba: ho legato lo specchietto ad un alberino e per lavarmi mi facevo versare sulle mani l’acqua della borraccia. Per scriverti mi arrangio con una tavoletta sulle ginocchia, ma - credi è un affare serio. Per di più ho finito l’inchiostro della penna e la boccia l’ho nella cassetta. Nella cassetta ho tutte le mie care lettere, ho tutti i miei ninnoli e così sono, ovvero siamo, addirittura disperati per questo. I cariaggi non arrivano su queste ripide balze e così dobbiamo adattarci. L’essenziale è che ora siamo al sicuro, stai certa, e che si fanno tali opere di difesa, che se vengono fin qui i signori* austriaci troveranno un osso duro. Il nostro servizio è tuttavia gravoso. Si tratta di fare dalla mattina alla sera trincee ed opere di fortificazione. Ma non mi lamento più di nulla, avendo provato di peggio. Ora mi giungono vostre lettere alle quali più di prima risponderò a sbalzi, non potendo tener dietro all’ordine. Ne ho nel portafogli, per le tasche, nello zaino e prima di trovare quella che voglio mi ci vuole mezz’ora.