Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/44

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5» Babbino mio, Da tutte le mie ciancie scritte a tutti voi, potrai apprendere che la mia vita è molto movimentata e zingaresca. Potrai pure vantarti di avere un figlio guerriero benché ciò sia, tengo a dichiararlo, per sola necessità brutta e non per volontà. Su ciò sono molto cambiato di opinione e cerco di formarmi un giusto criterio delle cose che assisto, vedo e faccio. Certo è che questo è un crogiolo dove si temprano le anime e le volontà, e quelle che ne potranno uscire non potranno più tanto facilmente esser piegate *. È lui che fa coraggio ai suoi di casa; la fede religiosa si fa più intensa e più vicina man mano che cresce il sacrificio. 29 Maggio ’16. N. 91. «Io, vedi, che ammetto quale calamità grandissima, per un genitore, avere un figlio in guerra; ma una volta successo questo, la ragione bisogna che detti la forza necessaria per subirne le conseguenze con freddezza e rassegnazione. Il giorno ch’io partii per il fronte sentii maggiore rincrescimento di ora che vi sono, e questo per la legge naturale di adattamento che già mi fa fare l’abitudine anche alla guerra. In quanto al resto, io sono pronto a tutto se dovrà avvenire qualcosa di più brutto; e così bisogna ragionare per vivere meno peggio. Aggiungere da noi stessi alle pene fisiche altre morali proprio dipendenti da noi, sarebbe una colpa. Ma ormai credo fermamente nell’esistenza di qualcosa di superiore a questa meschina nostra esistenza, che non mi appare proprio altro che una traversata più o meno lunga, più o meno scabrosa che l’uomo deve fare per innalzarsi ad una esistenza più perfetta. E tanto più in alto giungerà nella sua perfezione, quanto più faticosi saranno stati la via e i mezzi per raggiungerla. Ma già pare che le cose migliorino. Trinceramento rafforzato. Attesa che si cerca di allietare fra noi. Ci facciamo frequenti visitine fra amici, ci si racconta qualche curioso episodio, qualche buffonata. La mensa ha ripreso