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LETTERA SETTIMA



Sembra a voi dopo aver lette le ultime mie lettere che mi abbiano censurato a ragione i miei pur valenti avversarj, o non si dovrà dire piuttosto che l’ingegno del signor Guill.... lo ha anche questa volta tradito? Niente dirò del compilatore patavino, fuorchè egli non si è voluto prender la pena d’intendermi, e si è battuto con un fantasma. Io pur gli debbo essere grato, giacchè, separandomi dalla classe comune di coloro che professano l’arte mia, ha voluto da me esigere buon gusto, sana critica e scelta giudiziosa nelle mie tipografiche intraprese. Invidio la grazia e la spontaneità del di lui stile, nè mi lagnerò mai delle osservazioni di persone al pari di lui colte ed erudite. Ma abbastanza di metafisica, di gusto e di censure. Le ultime mie lettere avevano una